Inflazione sempre protagonista

 | 18.05.2022 09:38

Nonostante la presenza degli stessi timori che hanno accompagnato gli investitori negli ultimi mesi, la reazione di ieri dei mercati è stata finalmente in grado di scrollarsi di dosso alcuni di essi, realizzando decisi ritorni alla propensione al rischio (acquisti sul mercato azionario e calo del dollaro), a cercar conferma di un’inversione iniziata con la seduta di venerdì. Certamente è ancora prematura una tale lettura, in un contesto di maggiore volatilità destinata a continuare. Tuttavia, le ultime notizie ricevute –un consumatore americano che nonostante veda eroso il proprio potere d’acquisto continui ad alimentare la crescita della prima economia mondiale e una Cina che finalmente inizia a vedere luce in fondo al tunnel nei suoi lockdown – offrono speranze (di breve termine) ai mercati, nonostante i venti freddi che soffiano sul versante russo.

Piazza Affari chiude la seduta di martedì in deciso rialzo al +1,12%, sostenuta da tutti i suoi settori. Solamente infatti tre titoli, di tre diversi settori (a rimarcare più una storia societaria che di rotazione), hanno chiuso al ribasso la seduta: Campari (BIT:CPRI) -0.93%, Diasorin (BIT:DIAS) -1,25% e Hera-1,65%. Simile situazione riscontrabile anche per l’Europa (Stoxx EU 600 +1,22%), sostenuta prevalentemente dal settore dei beni materiali.

Inflazione il tema principale. In Italia la lettura di aprile ha segnato (finalmente) un rallentamento, il primo da settembre 2020, su base mensile del -0,1%, attestandosi su base annua ad un 6%. Calano in particolare i costi per l’energia (39,5 per cento contro 50,9 per cento di marzo) mentre aumentano i prezzi per i servizi di trasporto (5,1 per cento contro 1 per cento) e alimenti trasformati (5 per cento contro 3,9 per cento). Un’inflazione quindi percepita che comunque resta ancora alta, intaccando il sentimento dei consumatori.

Inflazione che anche in Europa continua a preoccupare generando un cambio di rotta nella comunicazione della Bce. Dopo l’apertura ad un rialzo dei tassi da parte del suo governatore, Christine Lagarde, ieri a generare pressioni sull’euro ci ha pensato il governatore della banca centrale olandese Klaas Knot, il quale in un’intervista ha rimarcato un possibile un rialzo dei tassi di 50 pb a luglio, la prima volta che si ipotizza un cambiamento così aggressivo. Parole che, come detto, hanno generato acquisti sulla moneta unica, con il cambio Eur/Usd ritornato sopra quota 1,05. Mercati che quindi iniziano a “scontare” una riduzione sulla divergenza di politica monetaria tra Europa e Stati Uniti.

Rialzo del carovita che è stato ieri il tema centrale nelle comunicazioni da parte dei vari banchieri. Dal Regno Unito il governatore della Bank of England, Bailey, ha rimarcato l’impotenza delle banche centrali di fronte ad un’accelerazione (definita apocalittica) dei prezzi alimentari ed energetici, inaspriti dal conflitto ucraino. Negli Stati Uniti invece Jerome Powell rimarca il suo piano di un aumento di 50 pb nella prossima riunione di giugno, con un mercato del lavoro ed un’economia che restano resilienti ad una stretta monetaria. Più in particolare il numero uno della Fed ha riportato come la crescita deve rallentare al fine di raggiungere l’obiettivo di un soft landing (atterraggio morbido) e come tale processo non sia indolore. Parole che in un altro contesto avrebbero sicuramente generato maggior panico negli investitori ma che ormai risultano da tempo già incorporate dai mercati.

Indici americani che hanno chiuso la seduta in deciso rialzo, con il Nasdaq 100 maglia rosa con un +2,76%, suggerendo come il rimbalzo possa essere giudicato come un rally di sollievo dato il costante sell-off (con sei settimane consecutive di flessioni). I recenti sondaggi tra gli investitori indicano che il sentimento è oscillato verso un pessimismo estremo, rivelando come  una quantità significativa di cattive notizie sia già prezzata nelle azioni. Resta tuttavia l’invito alla cautela, con i mercati altamente volatili e gli investitori che faticano a rimanere sicuri tra l'inflazione elevata e l'inasprimento della Fed.
Russia nuovamente al centro dell’attenzione dopo che oggi sono attese le presentazioni ufficiali di adesione alla NATO da parte di Finlandia e Svezia. Il processo, tuttavia, non deve essere così scontato come potrebbe apparire con la Turchia che potrebbe rallentare/ostacolare la relativa adesione. Intanto, in una guerra oltre che militare anche economica, l’America si appresta ad una nuova stretta nel tentativo di generare un default russo. L'amministrazione Biden sarebbe in procinto di bloccare la capacità della Russia di pagare gli obbligazionisti statunitensi, a partire dalla prossima settimana, aumentando il rischio di un default tecnico.

Giornata odierna che ha appena assistito alla lettura in Giappone della contrazione del primo trimestre del PIL -0.2% - dato negativo ma migliore delle attese. Simile situazione anche per il Regno Unito, con la lettura sull’inflazione che non mostra segnali di rallentamento: +2.5% di crescita su base mensile, ora al 9% a/a ad Aprile, ma che è stata inferiore alle attese, piccola consolazione.

In Europa sono attese le pubblicazioni dei dati finali per il livello di inflazione di aprile, i quali offriranno maggiore chiarezza sulle pressioni sui prezzi core.

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