Investire sulle banche italiane con il rialzo dei tassi: un certificato dal 14,52%

 | 21.06.2022 12:12

Nell’ultimo meeting, la BCE ha confermato che da luglio avvierà la sua politica di rialzo dei tassi per contrastare un’inflazione sempre più consistente anche in Europa. L’idea della transitorietà del fenomeno inflativo è ormai alle spalle e tutte le principali banche centrali si stanno muovendo per combatterla. Il grande dibattito è ora sul come questo impatterà sulle banche, in particolare quelle dei paesi periferici come l’Italia, a metà tra i benefici di margini più elevati e la sofferenza in aumento per il rischio sul debito governativo.

Lo spread BTP/Bund, infatti, è passato in meno di due mesi da area 140 fino ad un massimo di 250 punti base, prima di correggere verso i 200 bp in seguito alla riunione di emergenza convocata da BCE la scorsa settimana proprio sul tema del disallineamento degli spread dei paesi periferici.

Ma questo come è collegato alla sostenibilità delle banche? Gli istituti di credito italiani hanno in portafoglio importanti quote del debito nazionale e un rialzo dei tassi implica una diminuzione dei prezzi. I portafogli sono però oggi molto meno esposti rispetto al passato. Una ricerca di Citi stima che l’esposizione delle banche italiane al debito sovrano tricolore sia passato dal 11% del totale degli attivi del 2015 al 6,6% attuale. Con portafogli molto più diversificati, diminuisce quindi anche il rischio sottostante. Analizzando le singole banche, sempre Citi rileva la seguente distribuzione: Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) al 8,3%, Unicredit (BIT:CRDI) al 4,2%, Banco BPM al 7,3%, BPER (BIT:EMII) al 6,2%, Mediobanca (BIT:MDBI) al 3,7% e MPS (BIT:BMPS) al 10,3% nel primo trimestre 2022. Le componenti che fanno pensare un una situazione meno preoccupante, anche di fronte ad uno scenario di rialzo dei tassi, sono una situazione patrimoniale più solida, un buffer CET1 superiore al requisito di oltre 450 punti base per la maggior parte delle banche, una diminuzione dei crediti deteriorati.

Per quanto riguarda gli attivi invece, si stima un impatto positivo per le banche periferiche in quanto permette di aumentare il margine netto da interesse ed incrementare quindi la redditività. La previsione è di un incremento dell’utile netto di circa il 6% per le banche italiane per ogni rialzo di 25 punti base.

In questo contesto, trovo decisamente interessante un certificati di Vontobel che ha come sottostanti tre delle nostre principali banche, ovvero Intesa, Unicredit e Mediobanca.