L'anemometro dell'oro

 | 22.06.2015 09:00

Oggi voglio cominciare con un nuovo appuntamento settimanale, su Deshgold.com lo chiamiamo il "barometro dell'oro".
Ci accompagnerà a lungo con lo scopo di mantenerci aggiornati con gli avvenimenti più importanti sul mondo del metallo giallo e su quello che lo circonda. Cominciamo!

L’oro ha violato al rialzo la resistenza posta a $1.200,00 sulla scia di un possibile default della Grecia entro il 30 giugno, vista l’impossibilità del paese ellenico di rimborsare, per la seconda volta in un mese (il 5 giugno non era stata in grado di pagare il micro importo di Euro 300 milioni), un’ulteriore rata di debito dovuta al Fondo Monetario Internazionale.
è possibile che oggi (o in settimana) i creditori internazionali della Grecia riescano a trovare un accordo-tampone con il Governo Tsipras, al fine di procrastinare il default di un mese o al massimo due ma, ormai, il dubbio che il Paese non sarà mai in grado di ripagare un debito estero enorme - 320 miliardi di Euro - si insinua sempre più.
L’attuale rapporto debito/PIL è sui livelli del 175% e, si avvia verso una percentuale del 200%.

Non è ancora chiaro se, con il default (cosiddetto Grexit), la Grecia uscirà dal circuito della moneta unica adottando una nuova Dracma e alcune valute collaterali, in parallelo alla circolazione dell’Euro, oppure se abbandonerà in via definitiva la valuta europea.

L’accettazione del rimborso del debito alla Troika (FMI, BCE ed ESM) sarebbe un suicidio politico per il Governo Tsipras e un disastro economico dalle proporzioni incalcolabili per la popolazione greca.
La Troika dovrebbe accettare una parziale cancellazione del debito e una ristrutturazione delle sue scadenze per il debito rimanente; quindi, la Grecia, dovrà tentare di rilanciare l’economia con una parziale svalutazione della nuova valuta ed eliminando gli sprechi e le inefficienze causate da decenni di clientelismo politico.
Un’eventuale uscita della Grecia dalla Zona Euro rimetterebbe in discussione gli equilibri geopolitici mondiali: essa potrebbe entrare a far parte dell’area d’influenza della Russia (quindi dei BRICS) che potrebbero finanziarne la ripresa economica tramite la nuova banca di sviluppo dei BRICS. Un prerequisito sarebbe la fuoriuscita della Grecia dalla NATO e vi garantisco che difficilmente lo vedremo: il mondo ha ancora paura dell'influenza russa e farà di tutto per minimizzarla.
La questione “Grexit” è quindi estremamente delicata, non solo dal punto di vista finanziario ma anche da quello geopolitico.

Nonostante a marzo sia iniziato il Quantitative Easing (programma di espansione monetaria della BCE), il rendimento del BTP italiano, con scadenza trentennale, ha registrato un aumento di 100 punti base tra il 9 marzo (data di inizio del QE) e gli ultimi giorni di trading, rialzo esteso anche ai BTP con durata tra i 2 e i 5 anni (tra i 20 e i 70 punti base).
Rialzi nei tassi si sono registrati anche in tutta l’area Euro: dai Bund tedeschi ai Bonos Spagnoli, passando per i titoli portoghesi e quelli irlandesi.
Il rischio reale è però che un rialzo dei rendimenti renda più gravoso il servizio del debito per i paesi deboli dell’Eurozona, penalizzando l’economia reale: il rialzo dei rendimenti si riflette nei tassi di prestito bancari a medio e lungo termine appesantendo gli oneri di imprese e famiglie.

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Come anticipavo, l’oro ha violato al rialzo la resistenza in area $1.200,00; tuttavia i segnali complessivi del mercato non ci danno ancora una direzione certa per le prossime sessioni di trading.