La BNS dovrebbe preoccuparsi per i flussi verso i porti sicuri?

 | 30.07.2014 13:19

h2 Forex News and Events

I flussi verso i porti sicuri sono sempre motivo di preoccupazione, soprattutto quando vengono considerati una destinazione solida, un’isola sicura in un mondo messo alla prova da instabilità politiche, geopolitiche, economiche e finanziarie. L’economia svizzera è stata colpita dal rapido apprezzamento della sua valuta dall’inizio della crisi dei mutui subprime (sebbene la Svizzera sia una delle principali piazze finanziarie al mondo). La Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha applicato una politica monetaria strettamente non convenzionale – obiettivo del Libor a 3 mesi fra lo 0,00% e lo 0,25% e imposizione della soglia per l’EUR/CHF dal 2011 – per superare la corsa verso il franco svizzero ed evitare un apprezzamento insostenibile della divisa rossocrociata. Queste misure di politica monetaria hanno però introdotto delle distorsioni importanti nell’economia svizzera, soprattutto nel mercato dei mutui e in quello immobiliare. In un’intervista al quotidiano Agefi, il vice presidente della BNS Jean-Pierre Danthine ha detto che “gli squilibri nel mercato immobiliare e dei mutui sono aumentati, fatta eccezione per l’ultimo trimestre, durante il quale si è assistito a una stabilizzazione, ma non c’è stata una diminuzione”. Visto l’esiguo margine di manovra, riteniamo che, per il momento, la BNS non abbia in programma un ulteriore allentamento.

Recentemente si è parlato della possibilità di tassi d’interesse negativi sui depositi a vista, quale potenziale reazione al nuovo pacchetto di stimoli della BCE. L’idea principale era difendere la soglia dell’EUR/CHF. Allora, i future sui tassi d’interesse quotati sopra la media erano un segnale di stress nel settore finanziario svizzero. Tuttavia, dopo l’annuncio della BCE le dinamiche del mercato non si sono sviluppate a sfavore della soglia della BNS. Una volta passato il panico, lentamente sono svanite anche le speculazioni sui depositi negativi. Oggi i future sul tasso d’interesse svizzero con consegna a settembre scambiano nella, o sotto la, media.

“L’introduzione di tassi negativi sulle riserve bancarie alla BNS potrebbe ridurre il bisogno di intervenire se si ripresentassero i flussi verso i porti sicuri”, ha detto ieri l’FMI nel Rapporto sulla Stabilità Esterna. Il comunicato non ha innescato una nuova ondata di panico sulla piazza finanziaria svizzera, perché gli operatori non vedono pericoli nell’attuale politica della BNS e quindi, per il momento, escludono che questa alternativa possa concretizzarsi. I future sul tasso d’interesse svizzero sono quotati in linea con i tassi attuali e la soglia sul cambio della BNS, mentre il franco continua a indebolirsi nei confronti di USD ed EUR. L’attuale avversione al rischio non si traduce in flussi verso il franco, valuta rifugio. Inoltre, vista la nostra previsione negativa sull’EUR per il medio termine, la soglia dell’EUR/CHF non è a rischio nell’immediato.

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Indicatori tecnici confortanti

Come accennato in precedenza, c’è una forte correlazione negativa fra l’EUR/USD e l’EUR/CHF. Oggi la correlazione a 40 giorni si attesta al -47%, dopo essere scesa verso lo 0,0% in scia alle incertezze del 5 giugno (giorno dell’annuncio del nuovo pacchetto di stimoli della BCE). Le crescenti pressioni a vendere sull’EUR/USD hanno spinto l’EUR/CHF quasi ai massimi da tre settimane prima del FOMC. Gli indicatori di trend e momentum sono marginalmente positivi; il sentiment dovrebbe rimanere rialzista finché terrà la media mobile a 21 giorni (1,21506).

Per quanto riguarda l’USD/CHF, la direzionalità dipenderà dalla propensione globale per l’USD. La coppia testa i massimi da sei mesi, grazie anche alla recente ripresa dell’USD. Gli indicatori tecnici suggeriscono l’estensione dei guadagni verso 0,9156 (massimo 21 gennaio e dell’anno in corso). Ciò nonostante, da oggi la forza dell’USD/CHF sarà soggetta a un forte rischio legato agli eventi (oggi PIL, ADP e FOMC, NFP venerdì negli USA). Deboli dati dagli USA e/o un FOMC colomba dovrebbero innescare un’inversione ribassista di breve termine nella propensione per l’USD, che frenerebbe temporaneamente il rialzo dell’USD/CHF.