La BoJ lascia invariati gli stimoli, offerto l’USD

 | 30.10.2015 10:20

Market Brief

Stamattina Kuroda ha sorpreso il mercato, la BoJ ha infatti deciso di darsi un po’ di tempo per raggiungere l’obiettivo dell’inflazione al 2%. Il governatore Kuroda rimane inoltre ottimista sull’economia giapponese, secondo lui è in corso una ripresa dell’inflazione e l’economia rimane sul binario giusto.

Subito dopo la decisione della BoJ, la coppia USD/JPYsi è rafforzata fino a raggiungere 121,50, ma poi la coppia è scesa rapidamente sotto la soglia a 121, una volta che gli operatori avevano elaborato l’informazione.

Lo yen sta acquisendo slancio contro la moneta unica, l’EUR/JPY è sceso di nuovo sotto il livello a 133. Al ribasso, il minimo del 29 ottobre a quota 131,60 fungerà da supporto.

Dobbiamo tornare al 14 aprile per trovare il supporto successivo (a 126,10). Prevediamo che l’euro s’indebolirà ulteriormente contro lo yen, perché di recente BCE e BoJ si sono mosse in modo opposto rispetto ai loro programmi di allentamento quantitativo.

Per quanto riguarda i dati, a settembre il tasso di disoccupazione giapponese è rimasto stabile al 3,4%. L’IPC primario è rimasto piatto, mentre l’indice core a settembre si è contratto del -0,1% a/a, cifra superiore rispetto al -0,2% a/a stimato dal mercato.

Sul fronte azionario, stamattina i titoli giapponesi sono positivi, gli indici Nikkei 225e TOPIX guadagnano rispettivamente lo 0,78% e lo 0,72%. Nella Cina continentale, i rendimenti azionari sono contrastati: Dow Jones Shanghai ha ceduto lo 0,14%, Dow Jones Shenzhen ha guadagnato un esiguo 0,02%; l’Hang Seng di Hong Kong ha ceduto lo 0,36% e il Taiex di Taiwan lo 0,20%.

In Europa, i futures si muovono in territorio positivo, con il FTSE 250 a +0,24%, il DAX a +0,42% e l’SMIa +0,35%. Ciò nonostante, il più ampio indice EURO STOXX 600 è in calo dello 0,13%.

L’EUR/USD si sta riprendendo dal colpo subito dopo la pubblicazione del comunicato della Fed e ora sta testando il livello di resistenza a 1,10 USD. Il dollaro sta perdendo slancio, è infatti sceso sotto la soglia a 97 dopo aver raggiunto quota 97,82.

Continuiamo a credere che un intervento a marzo rimanga l’opzione più probabile, visto che i dati dalla riunione di settembre sono stati tutt’altro che favorevoli a un restringimento della politica monetaria americana.

Tuttavia, i toni da falco del comunicato della Fed ci portano a chiederci se un “decollo” dei tassi a dicembre sia tornato ad essere un’opzione. Le probabilità ricavate dai tassi swap mostrano una probabilità pari al 45% di un rialzo dei tassi a dicembre.

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Oggi gli operatori monitoreranno le stime preliminari sul PIL del terzo trimestre in Spagna; il tasso di disoccupazione di settembre nell’Eurozona e in Norvegia; la stima sull’IPC di ottobre nell’Eurozona; la bilancia commerciale in Sudafrica; l’indice sul costo del lavoro, i redditi personali, il deflatore del PCE, il PMI di Chicago e l’indice sul sentiment del Michigan negli USA.

Arnaud Masset, Market Strategist,
Swissquote Europe Ltd

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