La Cina preoccupa. Arrivano le trimestrali

 | 14.01.2019 09:51

h2 Lunedì 14 Gennaio

Gli effetti benigni della svolta dovish alla Federal Reserve, su un mercato sottopesato e ipervenduto dopo il crollo dicembrino, hanno iniziato a mostrare segnali di stallo nella parte finale della settimana passata. Inoltre lo shutdown governativo, tipicamente sminuito nell’analisi di mercato come un evento temporaneo e risolvibile retroattivamente nei suoi effetti macroeconomici, peraltro limitati, ha comunque raggiunto una durata (24 giorni) superiore a qualsiasi caso precedente, senza che si veda chiaramente una via di uscita in tempi brevi. Brexit e trimestrali saranno gli highlights di una settimana partita con qualche difficoltà pergli asset rischiosi dopo una rilevazione molto debole per la bilancia commerciale cinese.

Se i timori sullo stato di salute della crescita cinese sono ormai da qualche tempo tornati centrali per la narrativa di mercato (la discussione è sull’entità del rallentamento non tanto sul rallentamento stesso), più aperto è il dibattito sull’evoluzione macroeconomica degli Stati Uniti. L’analisi sintetica che Torsten Slok di Deutsche Bank (DE:DBKGn) fa dei fattori di potenziale supporto o freno nella tabella sotto sembra far pendere la bilancia sui rischi negativi. Alcuni di questi però credo siano meno importanti o comunque già in buona parte scontati. Ho cercato di evidenziare quelli che ritengo essere gli aspetti potenzialmente più significativi nel rappresentare un freno a una buona performance degli asset US nei prossimi mesi: il venir meno del forte stimolo fiscale, l’allargamento degli spread di credito, la minor fiducia degli investitori globali dopo un lungo periodo di sovra-performance che ha generato un inevitabile sovrappeso..

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