La Doria - Stare a casa con la dispensa piena

 | 12.01.2021 16:56

La Doria (MI:LDO) [LDO.MI], primo produttore europeo di legumi conservati, di pelati e polpa di pomodoro nel segmento retail e di sughi pronti a marchio del distributore, oltre che tra i principali produttori italiani di succhi e bevande di frutta,  chiude il 2020 in accelerazione, anche per effetto  del sensibile incremento della domanda di prodotti alimentari confezionati registrata a seguito della recrudescenza del virus a partire dal mese di Ottobre e delle nuove restrizioni , tra cui la richiusura del canale horeca,  imposte in molti paesi incluso  il Regno Unito, il principale mercato  internazionale di sbocco dei suoi prodotti. 

Parlando con Websim, il presidente Antonio Ferraioli anticipa un quarto trimestre, “in linea o leggermente meglio del un trend già favorevole visto nel corso dell’anno, quindi grazie al risultato degli ultimi tre mesi dell’anno, il 2020 dovrebbe chiudersi con un incremento dei ricavi  e una marginalità pressocché in linea con quelli registrati nei primi nove mesi”.
L’indicazione porta ad un esercizio intorno agli  840 milioni di euro, una cifra  in linea con le  previsioni di un consensus degli analisti che pure alla fine dei primi nove mesi si era dovuto adeguare al rialzo.

I risultati eccezionali del 2020 saranno il punto di partenza del piano industriale in arrivo probabilmente alla fine di febbraio. “L’outlook per il prossimo anno  rimane positivo,  anche se prevediamo un calo dei volumi di vendita per effetto di un normale rallentamento della domanda dopo il boom del 2020, ma ci aspettiamo  un miglioramento della redditività attuale grazie  ad  un più favorevole scenario di mercato e agli effetti dei quasi 140 milioni di euro   del Piano di investimenti implementato nel 2018 e destinati all’aumento della capacità produttiva dei prodotti a più alto valore aggiunto e tassi di crescita di mercato più elevati, quali i sughi pronti,  nonché al miglioramento dell’efficienza industriale e logistica”, prosegue Ferraioli.

Il successo planetario del cibo italiano, della Dieta Mediterranea, che prende forma e diventa realtà proprio nel salernitano, ma anche la perdita di centralità della carne nei pasti, hanno provocato un lento e costante aumento della domanda di legumi. E siccome, come diceva Federico Fellini, la vita è una combinazione di pasta e magia, e poi, lo stesso regista proseguiva affermando che di tutte le cose semplici la sola cosa che si può mangiare ogni giorno, senza noia, è proprio la pastasciutta, la diffusione del pomodoro, insieme all’esigenza del consumatore moderno di prodotti già pronti e di facile utilizzo, ha portato con sé l’incremento dei consumi di sughi pronti, entrati circa cinque anni fa nel perimetro di La Doria.  

Vota l’App
Unisciti ai milioni di utenti che utilizzano l’app di Investing.com per restare sempre aggiornati.
Scarica ora

A tutto ciò, si aggiunge la continua crescita delle private labels, altro elemento cruciale dello sviluppo della società controllata dalla famiglia Ferraioli, in quanto oltre il 90% dei ricavi vengono  dagli articoli prodotti con i marchi dalle grandi catene di supermercati.). “Siamo in grado di garantire ai nostri clienti, le grandi forniture che chiedono,  e lo abbiamo fatto anche a inizio anno, quando a causa della pandemia le persone si sono ritrovate a casa, la domanda è balzata e noi siamo stati in grado di tenere testa, con un  eccezionale incremento dei volumi reso possibile anche dagli ingenti investimenti  e  interventi realizzati nell’area industriale che si sono conclusi da poco”, commenta il presidente
 
La vivacità del mercato di riferimento contribuisce ad alimentare l’interesse di La Doria per le opportunità di crescita per linee esterne. “Valutiamo realtà medie che ci possano portare vantaggi in termini industriali o commerciali, la nostra attenzione è focalizzata sul nostro perimetro di prodotti o su prodotti complementari, in quanto riteniamo di essere già sufficientemente differenziati se guardiamo al comparto conserviero”, spiega Ferraioli.

La Doria, con un rapporto tra Debito ed Ebitda destinato a scendere a 1,8 nel 2020 ed a 1.5 nel 2021, ha spazio per usare la leva finanziaria, “a 60-70 milioni possiamo arrivare senza sforzo”, conclude il numero uno dell’azienda.

Il titolo ieri ha chiuso a 13,6 euro. La firma dell’accordo commerciale tra Unione Europea e Regno Unito è un tema di certo positivo per la società. La Doria infatti, produce i pelati, i legumi e i sughi pronti che in Gran Bretagna sono venduti con i marchi dei supermercati Tesco (LON:TSCO), Sainsbury, Waitrose, Lidl e di molte altre catene. La Gran Bretagna vale circa la metà del fatturato complessivo del gruppo e circa il 30% del fatturato industriale della Capogruppo. Ma più in generale, l'intesa sulla Brexit è favorevole alla libera circolazione delle merci. In particolare, i prodotti alimentari esportati dall'Europa verso UK rappresentano il 40% della domanda interna. L'Italia vanta un surplus commerciale di circa 13 miliardi di euro con un contributo importante nel segmento agroalimentare.