La Fed si prepara al ritiro degli stimoli

 | 21.08.2014 15:07

Forex News and Events


La domanda di USD continua a dominare le contrattazioni sul forex perché i verbali aggressivi della Fed e la debolezza dei dati cinesi ed europei costituiscono motivi sufficienti per migrare verso il biglietto verde. Durante la seduta europea, la serie di PMI dell’Eurozona ha mostrato dati generalmente in ribasso. Tuttavia, viste le sanzioni attuali sulla Russia, il risultato più debole era stato previsto. La stima flash sul PMI composito dell’UE si è attestata a 52,8 punti, rispetto ai 53,4 previsti e ai 53,8 della lettura precedente. Tale debolezza evidenzia un ulteriore deterioramento della situazione economica in Europa. La persistente erosione dei dati alimenterà altre speculazioni su uno stimolo dalla BCE (anche se l’efficacia è oggetto d’intenso dibattito) e farà aumentare l’importanza di ciò che dirà domani il presidente della BCE Draghi a Jackson Hole. Negli ultimi due giorni, la BoE e la Fed hanno fornito verbali più aggressivi di quanto aveva previsto il mercato.

Verbali “da falco” della Fed
Come da attese, i verbali della Fed hanno generato degli sviluppi interessanti. In sintesi, i verbali della Fed si sono rivelati molto più aggressivi di quanto si aspettava il mercato. I membri del FOMC ritengono che le condizioni del mercato del lavoro siano migliorate significativamente (superando le aspettative da colomba) e la banca si prepara a una normalizzazione destinata a durare nel lungo termine. Nei verbali si osserva anche che l’inflazione a lungo termine si sta avvicinando al 2%. Alcuni membri si sono detti “sempre più a disagio rispetto alla forward guidance del Comitato”. Forse il passaggio più interessante si riferisce alla strategia di ritiro degli stimoli della Fed, che avverrà “prima di quanto la maggior parte dei partecipanti ritenga che i primi passi nella riduzione dell’accomodamento della politica siano adeguati”. La curva dei tassi USA e l’USD hanno reagito a queste prospettive di normalizzazione. Ovviamente questi verbali aggressivi suggeriscono che la Fed si sta preparando a un ritiro degli stimoli. Questi verbali così schietti fanno da premessa a un discorso convincente della presidente della Fed Yellen domani a Jackson Hole (il simposio inizia oggi). Come già detto in precedenza, secondo noi la Fed aveva sopravvalutato la “fiacchezza” percepita del mercato occupazionale USA e sospettiamo che i membri ora agiranno per tagliare i tassi prima del previsto (prospettiva rinsaldata ora dai verbali). Vista la divergenza fra le politiche delle banche centrali, rimaniamo costruttivi su USD e GBP.

Votazione 7 a 2
Alla riunione di agosto, il Comitato di Politica Monetaria (CPM) della BoE ha deciso di mantenere invariata la politica monetaria, con il tasso di riferimento fermo allo 0,50% e gli acquisti di asset a 375 miliardi di sterline. Ciò nonostante, c’è stato un dissenso fra i membri, infatti Ian McCafferty e Martin Weale hanno votato contro la proposta di mantenere invariati i tassi, votando invece a favore di un rialzo di 25 punti base (7 a 2). Sebbene si sia discusso a lungo sulla capacità di riserva, e nello specifico sul mercato del lavoro, per la prima volta il voto non è stato unanime. Noi avevamo previsto una divisione (si veda la newsletter giornaliera), ma perché vi sia una possibilità di un restringimento a novembre, l’impostazione da falco dei membri (espressa dai voti e non solo a parole) dovrebbe iniziare già adesso. All’interno del comitato ora vi è una gamma di vedute, ma, come suggerito dal rapporto sull’inflazione della scorsa settimana, i membri sono d’accordo sul fatto che il livello di “fiacchezza” sia diminuito. Il fronte predominante delle colombe si aggrappa ancora al fatto che, anche se una discreta crescita economica è evidente, non ci sono ancora pressioni inflattive sufficienti per giustificare un rialzo. Inoltre, un rialzo precoce potrebbe danneggiare la ripresa, anche alla luce delle attuali sfide internazionali senza precedenti. Secondo i due membri contrari, la disoccupazione continuerà a scendere e visto il ritardo nella crescita delle retribuzioni, un ulteriore restringimento del mercato del lavoro potrebbe generare uno scatto improvviso delle pressioni inflattive. Posticipiamo la nostra previsione alla riunione di dicembre, così i membri potranno prima visionare il rapporto sull’inflazione. Detto questo, nei prossimi mesi altri membri si uniranno alle motivazioni dei dissenzienti, circostanza che dovrebbe garantire un supporto per la GBP.

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