La nuova mossa nello scontro tra USA e Cina pesa sul greggio e sui metalli

 | 06.08.2018 18:55

La resilienza del greggio USA al nuovo massimo di 60 dollari sarà nuovamente messa alla prova questa settimana, con l’ultima mossa nello scontro commerciale tra USA e Cina che potrebbe spingere più investitori verso la relativa sicurezza del dollaro, pesando nuovamente su oro, rame ed altre materie prime industriali.

Nel settore dell’agricoltura USA, l’avena dovrebbe confermare il rialzo, con i segnali tecnici che indicano uno “Strong Buy” dopo l’impennata di quasi l’8% della settimana scorsa che ha catapultato il cereale al massimo di 6 mesi.

La scorsa settimana Pechino ha elencato 60 miliardi di dollari di prodotti USA che prenderà di mira con dei dazi per rispondere all’intenzione di Washington di alzare i dazi su 200 miliardi di dollari di importazioni USA, a dimostrazione che nessuna delle due parti intende cedere in questa disputa che va avanti ormai da cinque mesi.

Le nazioni hanno applicato dazi di uguale portata il mese scorso su 34 miliardi di dollari di rispettivi prodotti ed intendono aggiungere altri 16 miliardi di dollari di prodotti all’elenco, che comprende prodotti che vanno dall’acciaio e l’alluminio a lavatrici e persino alla frutta essiccata.

La Cina ha anche messo in guardia da imposte sul greggio USA, di cui è diventata il secondo principale acquirente. Persino senza questa minaccia, l’importanza critica del greggio per l’economia globale lo rende vulnerabile in qualsiasi scontro commerciale, soprattutto in uno in cui sono coinvolte le due superpotenze economiche mondiali nonché principali consumatori energetici.

La “guerra commerciale” è una nube minacciosa

“Rappresenta una nube minacciosa per la maggior parte dei mercati di asset, compreso il greggio”, ha affermato Dominick Chirichella, analista di EMI DTN a New York, a proposito dello scontro commerciale, sebbene abbia aggiunto: “Non credo che sarà un problema a lungo termine e nei prossimi mesi prevedo di vedere dei progressi verso una soluzione negoziata”.