La rinascita di Ovs, forse… Motivi grafici, e non, per comprare

 | 13.02.2019 15:34

Ovs [OVS.MI] figura tra i migliori titoli della seduta: al momento scambia a 1,38 euro, +8%, portando il guadagno da inizio anno a +25%.

La storia di Ovs, azienda leader nel mercato italiano dell'abbigliamento con i marchi OVS (MI:OVS) e UPIM , è mutata in dramma in occasione della prima trimestrale 2018 (aprile): nessun dividendo, pur negando problemi finanziari, ma con andamento nel business ampiamente sotto le attese. Il 19 aprile il titolo tracolla del 32% a 3,3880 euro da 4,99 euro della chiusura del giorno prima.

Un semestre dopo, il 14 dicembre, i conti dei primi 9 mesi 2018 confermano che le cose non migliorano: dati in forte contrazione e ben al di sotto delle attese, soprattutto sulla marginalità delle vendite (più che dimezzata). E nessun segnale di recupero per l’immediato futuro. Il Ceo dice che non c'è bisogno di un aumento di capitale. Il titolo tocca il suo minimo assoluto a 0,6510 euro, ma poi chiude in positivo e da lì inizia il recupero, accompagnato da voci di cordate interessate a partecipazioni importanti.

Al momento, il primo socio è il fondo di private equity BC Partners con il 17,8%.

Brutta storia, che ha preso buona parte degli uffici studi che seguono il titolo a rivedere i loro numeri e le loro stime con tagli di target impressionanti anche del 70/80%. Il consenso pubblicato da Bloomberg ora evidenzia un target fondamentale medio a 12 mesi sceso nei mesi a 1,64 euro. Banca Imi è la più confidente con prezzo obiettivo a 3,10 euro, ma la raccomandazione è Hold….

La mia lettura dei grafici.

La serie storica limitata dalla relativamente recente quotazione fornisce pochi dati per delineare in prospettiva un quadro di lungo periodo. Ma qualcosa si può dire. Partendo dalle candele annuali si nota il dolorosissimo cambio di rotta avvenuto con l’abbandono di area 5/4,7 euro. La candela annuale del 2018 sembra una pietra tombale, da un lato. Dall'altro, però, movimenti tanto cruenti richiedono delle fasi di ricomposizione (ovviamente, scongiurando aumenti di capitale o altro). Ragionando semplicemente sulla regola della “mezza candela”, i più ottimisti potrebbero anche ipotizzare recuperi fino a zona 3,30 euro (vicino al target di Banca Imi).