La zampata dell’orsetto sornione e l’inconsapevole complicità dei tori

 | 28.01.2021 14:13

Ieri sembrava una giornata come tutte le altre, ci saremmo aspettati la solita “musica” con i mercati a due velocità: debolezza in Europa e solito rally a Wall Street. E si, magari proprio oltre Oceano sarebbero state alte le aspettative, fondate sulle sorprese attese dall’ uscita dei risultati delle trimestrali di tre aziende con la A maiuscola (Tesla (NASDAQ:TSLA), Facebook (NASDAQ:FB) e Apple (NASDAQ:AAPL)); quelle del Nasdaq per intenderci, quelle società che anche in questo periodo di pandemia macinano record su record. In estrema sintesi (senza farci annoiare dai numeri che si trovano pubblicati ovunque): buoni i risultati di Facebook, Tesla poteva fare di più, Apple sorprendente. Per l’azienda fondata da Steve Jobs, vale la pena spendere due parole in più: potremmo definirla una “macchina da guerra”, che sull’ attrattività del Brand ha costruito il suo vantaggio competitivo. La forza di questa azienda, tra le più capitalizzate al mondo, è confermata anche dai numeri di ieri: in crescita e sopra le attese per fatturato e utili. Risultati sorprendenti poiché conseguiti da una impresa “matura”, fondata 40 anni fa eppure sempre sulla cresta dell’onda.

Ma torniamo alla cronaca della giornata borsistica di ieri; in considerazione dei dati diffusi sulle trimestrali e conferenza stampa della Fed, che ha lasciato invariato il tasso d’interesse, non emergerebbe nessuna fonte di preoccupazione anzi, in una giornata normale avrebbero prevalso gli acquisti e invece è successo qualcosa di strano di cui dobbiamo riflettere. Mai come in questi episodi a dir poco paradossali, ci può aiutare il mantra dei traders, “il mercato è sempre pronto a stupirci”. Qualcosa nell’aria già si respirava a partire dal primo pomeriggio, quando il Vix, indice sulla volatilità di Borsa meglio conosciuto come l’indice della paura (indice calcolato sui prezzi delle opzioni di S&P 500) ha cominciato a salire dal “valore raccomandato” che in condizioni di mare calmo dovrebbe attestarsi intorno a 20 punti.

E così per l’ennesima volta siamo rimasti sorpresi: chissà quanti di noi sul fondato presentimento delle buone aspettative relativo alle trimestrali, pensando di essere furbi, hanno aperto posizioni lunghe su strumenti finanziari del mercato americano. Alle 15,30 è arrivata (preannuncia dal Vix già in area 27), la spietata “frustata” di Wall Street che ha aperto la seduta in rosso, con un affondo di quelli che non si vedevano da qualche mese, rimangiandosi in un colpo solo, la capitalizzazione di 2 settimane di mercato.

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Le vendite, già pronte nel “pre-market”, sono state inserite al punto giusto dagli orsetti ben consapevoli che bastava quel tanto e non di più per innescare la scintilla che avrebbe provocato un incendio, ben consapevoli che le posizioni lunghe impostate con prudenza (stop loss), gli avrebbero dato una mano. In poche parole ha vinto la strategia degli orsi, infatti i tori impostando gli ordini long paradossalmente sono stati colpiti dal boomerang e hanno contribuito anche loro a supportare il momentum ribassista (ahimè contro la loro volontà). E poi anche altri meccanismi hanno rafforzato la correzione tutt’ora in corso: tra questi meritano menzione anche i cosiddetti sistemi “trend following”, che in base alle impostazioni temporali individuano le inversioni di un trend in automatico e prima della chiusura della seduta lo seguono, accentuandone la direzione. Questo sistema è facilmente riscontrabile nell’ultima candela di seduta su time frame di breve (5 minuti ad esempio), in corrispondenza della quale c’è un picco volumetrico; ecco nell’intervallo temporale di quella candela hanno venduto questi sistemi automatizzati. Notate che lo stesso picco è presente anche in apertura con una decisa candela ribassista, indovinate un po’ chi sono i colpevoli di quelle vendite? Riporto il grafico dell’indice Nasdaq evidenziando con le frecce i volumi e le candele bearish in apertura e chiusura.