L’aumento dei tassi di interesse placherà l’inflazione o sarà diverso questa volta?

 | 11.11.2022 15:04

Una critica ampiamente discussa nei confronti della Federal Reserve è che la banca centrale si sia addormentata l’anno scorso, quando ha aspettato troppo a lungo per iniziare a inasprire la politica monetaria per stroncare sul nascere l’inflazione emergente. La critica implica che l’adozione di una politica più aggressiva in anticipo avrebbe risparmiato agli Stati Uniti l’alta inflazione che ora perseguita l’economia. Ma un’analisi di altre banche centrali che hanno seguito questo copione suggerisce il contrario.

L’Economist ha analizzato i dati relativi a otto Paesi (tra cui Brasile, Corea del Sud e Nuova Zelanda) in cui l’inasprimento delle politiche è iniziato un anno o più fa. L’aumento mediano è stato di sei punti percentuali, un valore nettamente superiore a quello dei rialzi effettuati finora dalla Fed. L’accumulo di aumenti dei tassi, in teoria, avrebbe dovuto contenere l’inflazione, ma non è andata così.

Il confronto della politica monetaria tra le varie economie è difficile, poiché ogni paese è diverso in termini di condizioni macroeconomiche. Ciononostante, l’analisi solleva domande intriganti e preoccupanti su ciò che è possibile, o meno, con il manuale standard per combattere l’inflazione questa volta.

La pistola fumante dell’analisi: i prezzi al consumo di base negli otto Paesi nel complesso, Hikelandia, sono saliti rapidamente e drammaticamente quest’anno, nonostante i rialzi aggressivi e tempestivi dei tassi.