Le conseguenze del voto sull’indipendenza curda, sul mercato del greggio

 | 18.09.2017 13:06

Nel giugno del 2017, il Governo Regionale del Kurdistan (KRG) ha annunciato che il 25 settembre 2017 si terrà un referendum sull’indipendenza dei curdi. Al momento il KRG ha autonomia nelle parti settentrionali dell’Iraq, dove la popolazione di curdi iracheni è numerosa, sebbene la zona faccia tecnicamente parte dell’Iraq.

Il referendum potrebbe pesare sia sulle alleanze geopolitiche e sul mercato del dovrebbe controllare solo il 6% delle risorse petrolifere irachene ma effettivamente ne controlla circa il 20%.

Se il KRG voterà a favore dell’indipendenza e riuscirà a mantenere l’indipendenza militarmente, c’è la possibilità che il Kurdistan indipendente arrivi a controllare circa 28,5 miliardi di barili di riserve di greggio. E questo farà del nuovo paese uno dei principali produttori di greggio al mondo, sopra la Nigeria.

Dal punto di vista dei mercati, il referendum non dovrebbe influire sul mercato del greggio a breve o a lungo termine, poiché il KRG probabilmente continuerà a produrre greggio più o meno agli stessi livelli attuali. D’altra parte, però, il referendum pone una serie di questioni regionali che potrebbero influire sul prezzo del greggio a seconda di come si evolveranno.

Se il KRG dichiara indipendenza, dove andrà il suo greggio?

Il greggio curdo al momento arriva sul mercato attraverso l’giacimenti petroliferi del KRG al paese.

Il Kurdistan indipendente porterà ad una spaccatura all’interno dell’OPEC?

Se il 20% delle risorse petrolifere irachene sono destinate a finire sotto il controllo di un nuovo stato indipendente del Kurdistan, gli altri membri dell’OPEC potrebbero cercare di portare il KRG nell’Organizzazione per mantenere questo greggio all’interno dell’accordo del cartello. Se potenti membri dell’OPEC come Arabia Saudita, EAU e Kuwait dovessero aiutare il KRG fornendo così un riconoscimento internazionale all’indipendenza curda, potrebbe esserci una spaccatura con l’Iraq e l’Iran. Questa possibilità potrebbe concretizzarsi se l’OPEC inviterà un rappresentate del KRG al prossimo vertice che si terrà a Vienna a novembre.

Se l’OPEC non dovesse riuscire a portare il 20% del greggio iracheno controllato dal KRG all’interno del cartello, potrebbe esserci una spaccatura con i partecipanti non-OPEC all’accordo sui tagli alla produzione. La Russia e il Kazakistan hanno già espresso malcontento per il fatto che l’OPEC non sia riuscita a ridurre la produzione nei paesi membri come la Libia e la Nigeria. Un produttore incontrollato come potrebbe essere il Kurdistan indipendente potrebbe preoccupare ulteriormente i partecipanti non-OPEC al patto sulla riduzione della produzione. Per mantenere l’accordo, potrebbe essere determinante avere la produzione di greggio curda all’interno del cartello.

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Il referendum sull’indipendenza curda rappresenta un’incognita significativa per il mercato del greggio. Nessuno sa come si evolverà la situazione e come le alleanze geopolitiche e petrolifere saranno ridisegnate.

Spesso, i grandi eventi finiscono per avere piccoli risultati, ma a volte comportano dei cambiamenti regionali e un riequilibrio del potere economico e geopolitico imprevisti. Una dichiarazione d’indipendenza curda introdurrebbe un nuovo paese non arabo nel cuore del Medio Oriente e nessuno può prevedere con esattezza cosa ne verrà fuori.

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