Le materie prime nel 2018: rimbalzi e tonfi tra i tweet e un omicidio

 | 27.12.2018 11:40

Da un Presidente che scrive tweet ad un giornalista assassinato, i prezzi delle materie prime sono stati influenzati proprio da tutto, dalla strana politica agli eventi macabri nel 2018. Dai prezzi del greggio a quelli del succo d’arancia, si sono susseguiti dei fattori sorprendenti e probabilmente ne arriveranno altri fino alla campanella di chiusura del 31 dicembre.

Dominick Chirichella dell’Energy Management Institute di New York, che ha assistito praticamente quasi a tutto ciò che c’era da vedere sul mercato del greggio negli ultimi quattro decenni, non avrebbe potuto spiegarlo meglio quando ha scritto, una settimana fa nella sua analisi finale dell’anno che “la fine del 2018 non potrebbe essere più diversa dalla fine del 2017”.

E proprio la netta differenza della performance delle materie prime negli ultimi due anni basta a supportare questa tesi.

h3 Grosse perdite per greggio e metalli, forti oscillazioni del gas/h3

Nel 2017, il greggio USA ha chiuso con un rimbalzo del 13%, con il movimento giornaliero massimo che non ha superato il 3%, malgrado il mercato si stesse difendendo dal primo eccesso di scorte dovuto allo scisto. Quest’anno, con un esubero dello scisto “2.0” meno pronunciato, il mercato sembra destinato ad un crollo del 40% dopo aver subìto il peggior ribasso della storia: un selloff ininterrotto di ben 12 giorni.

Ma la volatilità del greggio verso fine anno è stata altrettanto intensa, con 7 giorni al ribasso contro 9 giorni al rialzo che potrebbero tenere i trader col fiato sospeso fino all’ultima seduta.