Le vendite sui massimi frenano la forza dell’EUR, BRL teso

 | 17.10.2014 13:49

h2 Forex News and Events/h2

Nell’Eurozona la propensione al rischio rimane limitata e continuano le vendite di bond dei paesi periferici. L’EUR/USD trova un po’ di supporto parallelamente all’aumento dello spread fra i rendimenti del centro e della periferia di Eurolandia. Chi vende sui massimi va a caccia di buone opportunità per incassare i profitti prima del fine-settimana. Il complesso EUR è comprensibilmente ultrasensibile a qualsiasi discussione sull’allentamento quantitativo (QE). Mentre l’inflazione nell’Eurozona rimane bassa in modo inquietante, le divergenze fra i regolatori dell’Eurozona non fanno che intensificare le tensioni. In Brasile, nel giro di due giorni il real ha perso un decimale nei confronti dell’USD perché gli ultimi sondaggi danno Rousseff favorita per la vittoria al ballottaggio del 26 ottobre.

Venti freddi nell’Eurozona

La propensione al rischio per l’EUR continua a essere limitata, il rendimento dei decennali greci è salito al 9% per la prima volta dall’ottobre 2013. Gli operatori cercano una rapida via d’uscita per liberarsi dai rischi dei titoli periferici e il calo della liquidità fa aumentare l’ansia; i rendimenti dei decennali portoghesi (+50 punti base), italiani (+35 pb) e spagnoli (+20 pb) sono aumentati sensibilmente. La correlazione in essere a 40 giorni fra gli spread dei decennali spagnoli e tedeschi ha superato il 50%, e ciò spiega in parte perché l’EUR/USD sia riuscito a mantenere il supporto, anche dopo il debole IPC di ieri. Man mano che aumenta la frammentazione nell’Eurozona, l’EUR/USD si apprezza perché gli operatori hanno bisogno di nuovi indizi su un potenziale QE dalla BCE (come supporto). Sebbene il momentum rialzista si stia rafforzando, prima di 1,30 dominano le strategie di vendita sui massimi, perché prevalgono i rischi negativi per l’EUR. I mercati sono molto sensibili ai commenti legati al QE, visto che la ripresa dell’Eurozona rimane molto fragile.

D’altro canto, le discrepanze fra i regolatori fanno aumentare le tensioni al cuore dell’Eurozona. Il presidente della BCE Draghi chiede insistentemente un sostegno politico per portare avanti delle riforme fiscali (tasse più basse, consolidamento fiscale meno stringente) per evitare che in Europa s’instauri una pericolosa spirale deflattiva. Il dato aggregato riferito all’ICP dell’Eurozona è salito allo 0,4% su base mensile a settembre; l’IPC a/a è rimasto stabile allo 0,3%, l’IPC di fondo è salito dallo 0,7% allo 0,8%. Alla luce dei preoccupanti dati macrofondamentali, i paesi periferici chiedono un ulteriore accomodamento per uscire dalla recessione, invece i politici tedeschi e la Bundesbank sono stufi di stimoli monetari e del persistente caos finanziario. Ieri il cancelliere tedesco Angela Merkel ha detto che gli aiuti economici non vengono sfruttati interamente e ha aggiunto che “in Germania stiamo dimostrando che è possibile rafforzare crescita e investimenti senza abbandonare il percorso del consolidamento”. In Europa soffiano venti freddi.

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Volatilità implicita del BRL superiore al 25% !

Durante le ultime due sedute di contrattazioni, il real brasiliano è stato venduto in modo aggressivo. L’USD/BRL ha guadagnato un decimale (!), raggiungendo quota 2,5061, dopo che, dagli ultimi sondaggi (Datafolha e Ibope), Neves sembrerebbe staccato rispetto a Rousseff con il 38% di probabilità (rispetto al 34% di un mese fa). Secondo il sondaggio Datafolha, la campagna di Rousseff è più efficace nel convincere gli indecisi, invece Neves non sembra in grado di trarre vantaggio dai sostenitori di Silva.

Nella settimana fino al 17 ottobre, nemmeno il brusco calo dei prezzi del petrolio (buone notizie per il deficit delle partite correnti brasiliano) è riuscito a spingere la domanda di BRL. La coppia USD/BRL ha compiuto un rally fino ai livelli preelettorali (primo turno), la volatilità implicita a un mese ha superato il 25% per la prima volta da tre anni. Le inversioni di rischio a 3 mesi (25 delta, calcolate sottraendo alla volatilità implicita delle opzioni call la volatilità implicita delle opzioni put) si sono impennate ai massimi da più di un anno, a conferma dell’inclinazione negativa rispetto al BRL fra gli operatori. Man mano che si avvicina il ballottaggio del 26 ottobre, prevediamo un’impennata delle volatilità e un’azione aggressiva sui prezzi. A 2,6202 (massimo da più di 9 anni) staziona una resistenza critica. Gli ordini d’acquisto per le opzioni a 2,40/2,50 probabilmente garantiranno un’impostazione rialzista prima della campanella di chiusura settimanale.