L’IPO di GitLab: un’opportunità per gli investitori, nonostante le sue perdite?

 | 19.10.2021 15:22

Nel mondo degli investimenti, le IPO (ovvero le Initial Public Offering) costituiscono uno step importante per una società, che si inserisce all’interno di una visuale di crescita ambiziosa per l’azienda che decide di quotarsi in borsa. Le offerte pubbliche iniziali consentono di raccogliere investimenti privati attraverso la quotazione su un mercato regolamentato: da privata quindi, la società diventa pubblica e ottiene il tanto agognato ticker, ovvero il simbolo che viene visualizzato nell’elenco dei titoli quotati di un borsa.

Gitlab (NASDAQ:GTLB) è una delle società che ha manifestato già nel 2017 la sua intenzione di fare il grande salto entrando in borsa con il simbolo GTLB. In questo modo si aprirebbero nuove opportunità non solo per la società stessa, che può avere tra gli altri benefici l’accesso a maggiore liquidità. ma anche per gli investitori, che potrebbero essere attratti dal flottante dell’azienda quotata. Vediamo quindi di analizzare dal punto di vista tecnico questo nuovo ingresso del mercato del Nasdaq. 

GitLab, il gigante del settore DevOps

GitLab è una società fondata a Kharkiv, in Ucraina, nel 2014 e costituisce una piattaforma web open source: si inserisce quindi a pieno titolo in un settore la cui tendenza del valore è in continua crescita. La piattaforma open source di GitLab consente agli utenti di gestire il repository Git (ovvero l’archiviazione dei dati) attraverso il rilascio di un codice che dà accesso all’utilizzo e alle modifiche del software, effettuando operazioni pull, push e merge.

Avviata come un’attività inizialmente senza scopo di lucro e basata su donazioni spontanee, in poco tempo ha fatto valere i suoi risvolti commerciali. Oggi tra i suoi investitori dal 2018 troviamo anche Google (NASDAQ:GOOGL), mentre il suo competitor principale è GitHub, detenuto da Microsoft (NASDAQ:MSFT).

Uno degli aspetti che più caratterizzano GitLab e che la rendono una realtà estremamente innovativa è anche la sua organizzazione interna: a prevalere infatti è lo smart working dei suoi dipendenti. Ad oggi, lo staff dell’azienda conta 150 dipendenti in-house, ovvero interni, e ben 1400 contributi esterni. Anche in questo senso l’azienda sembra aver anticipato i tempi, visto il considerevole aumento della modalità di lavoro da remoto. Soprattutto a seguito della pandemia.