Lo scontro commerciale torna a pesare sul greggio ma spinge l’oro

 | 05.08.2019 15:34

Il piano di Donald Trump riguardo ad ulteriori dazi sulla Cina dovrebbe portare nuove ondate di scombussolamenti sui mercati globali questa settimana, pesando in particolare sul greggio, sebbene le tensioni iraniane continuino ad offrire supporto ai tori della materia prima.

L’oro, il rifugio nei periodo di problemi economici e politici, dovrebbe continuare a trarre beneficio dalle turbolenze commerciali e sui mercati in Cina, malgrado la probabile ripresa del dollaro dopo il deludente taglio dei tassi della scorsa settimana della Federal Reserve possa mettere i bastoni tra le ruote al metallo prezioso.

Per quanto riguarda il greggio, le Guardie della Rivoluzione Iraniana hanno sequestrato una petroliera irachena nel Golfo, che secondo loro contrabbandava carburante, ed hanno fermato sette membri dell’equipaggio, in base a quanto hanno riportato ieri i media nazionali iraniani.

Sentimento sul greggio altalenante malgrado le tensioni in Iran

Il greggio Brent scambiato sulla borsa di Londra, il prezzo di riferimento globale, sale negli scambi della mattinata asiatica di questo lunedì, rispondendo all’ultima dimostrazione di potere da parte dell’Iran ed all’aumento delle tensioni con l’Occidente. Ma il greggio West Texas Intermediate scambiato a New York è sceso nei timori per la Cina, che resta uno dei più importanti compratori del greggio USA.

Sul prezzo del WTI sembrano pesare anche gli utili trimestrali deludenti pubblicati da alcune compagnie di estrazione di petrolio da scisto USA. Concho Resources (NYSE:CXO ), ad esempio, ha segnato un tonfo del 22% nella sola giornata di giovedì, quando ha annunciato un crollo del 25% dei profitti nonostante gli aumenti della produzione. La compagnia ha reso noto che ridurrà le spese e rallenterà le trivellazioni nel secondo trimestre, una decisione che potrebbe portare a dei prezzi del greggio più favorevoli in futuro anche se non al momento.

Torniamo allo scontro commerciale: il tweet di Trump con l’annuncio di dazi del 10% sui restanti 300 miliardi di dollari di importazioni cinesi ancora non tassate ha avuto sui mercati l’impatto distruttivo di un missile balistico quando è arrivato, giovedì. Nessuno, tranne ovviamente il presidente, era al corrente dell’arrivo del proiettile da 140 caratteri. Davanti alla brusca fine del mese di tregua, nonché alle promesse della Cina di contrattaccare, l’unica reazione plausibile degli investitori sembra essere stata quella di andare a schiantarsi contro borse e greggio.