L’S&P 500 è un affare ora?

 | 04.10.2022 15:15

  • Il forward operating P/E ratio dell’S&P 500 è risceso vicino a 15
  • Tassi di interesse più alti implicano che gli asset dovrebbero avere un prezzo inferiore
  • Un P/E molto più basso è ragionevole?
  • Pochi argomenti accendono il dibattito nel mondo della finanza come la valutazione ed un multiplo P/E adeguato per l’S&P 500 al momento. Ma andiamo indietro di un anno: il metodo di valutazione cosiddetto DCF (discounted cash flow, o flusso monetario scontato) era irriso da molti nuovi investitori quando tantissimi asset che non producono reddito erano schizzati in valore. Criptovalute, NFT (non-fungible token) e persino molti titoli non redditizi andavano alla grande. E anche i titoli value (che producono flussi di cassa a breve termine) andavano bene.

    Ipotesi a favore di un P/E molto più basso

    Torniamo al presente, e all’idea che il mercato azionario sia un affare si risponde con:

    • Non sappiamo quale sarà il valore di E nel multiplo prezzo/utili (P/E)
    • I tassi di interesse più alti oggi rendono il forward operating P/E di 15,1 dell’S&P 500 non economico e, casomai, costoso.

    Quindi, improvvisamente, l’attualizzazione dei flussi di cassa è diventata più importante che mai. Chi l’avrebbe detto!

    Uno sguardo al passato

    Sono andato a guardare i dati per cercare di capire quale possa essere un’ipotesi concreta e cosa è semplicemente allarmismo. E scopro che il rendimento odierno del 3,8% dei titoli di Stato decennali USA è l’esatta media dal 1994. Negli ultimi 25 anni, il tasso di riferimento odierno è poco sopra la media del 3,4%. Quindi, è ragionevole supporre che un P/E significativamente più basso sia garantito nell’ottobre 2022 rispetto all’ottobre 2021, quando il decennale era all’1,5%.

    Tasso dei decennali USA dal 1994