Massimo storico per l’S&P in scia alle politiche divergenti

 | 26.08.2014 13:17

Forex News and Events

La divergenza fra le politiche monetarie sta fornendo ai mercati valutari le tanto necessarie volatilità e direzionalità. L’intervento della presidente della Fed Yellen a Jackson Hole è stato meno accomodante di quanto molti avevano previsto e fornisce una chiara traiettoria verso l’avvio del ciclo di restringimento negli USA (pur con l’avvertimento che esso dipenderà dai dati e che le azioni saranno dettate dalla prudenza). Stanotte il presidente della Fed di St. Louis James Bullard (membro non votante) ha dichiarato che la Fed dovrebbe modificare la formulazione di sottoutilizzo delle risorse sul mercato del lavoro e della forward guidance per non rivedere i tassi per un periodo prolungato. Questo dibattito aperto è un segnale che in autunno gli occhi dei mercati saranno puntati sul dibattito della Fed sulla riconfigurazione della guidance dopo la fine del terzo allentamento quantitativo (QE3) a ottobre. Il presidente della BCE Draghi ha fornito i segnali più convincenti, dicendo di essere pronto a frenare l’attuale radicamento della stagnazione in stile giapponese. Ha riconosciuto che le previsioni d’inflazione sono diminuite e in precedenza aveva detto che il peggioramento delle prospettive d’inflazione per il medio termine avrebbe fornito una ragione per acquisti generalizzati di asset o un vero e proprio allentamento quantitativo da parte della BCE. Draghi ha poi invitato a utilizzare politiche proattive sul fronte della domanda e offerta e consigliato ai governi europei di estendere la loro organizzazione fiscale. In realtà, avevamo già sentito queste cose l’anno scorso, quindi queste dichiarazioni sono meno monumentali di quanti molti sembrano suggerire. Draghi ha però indicato che un nuovo allentamento monetario potrebbe avvenire già a settembre (secondo noi si tratta di un evento poco probabile). In Giappone, il governatore della BoJ Kuroda ha utilizzato toni ultra-accomodanti, dicendo che un nuovo allentamento sarebbe pronto, se i dati indicheranno che è necessario.

Il mercato sembra mettere in conto una probabilità crescente di un nuovo intervento della BCE. Questa constatazione ha potenzialmente compensato le preoccupazioni generate dal ciclo di restringimento della Fed. Il rally dell’azionario europeo ha contribuito a far salire anche gli indici azionari USA (l’indice S&P ha superato la soglia storica dei 2.000 punti). L’EUR e i rendimenti dei titoli di Stato dell’Eurozona sono scesi, mentre l’USD e i rendimenti del Tesoro USA sono in rialzo. I dati economici pubblicati di recente negli USA hanno mostrato debolezza nelle vendite di nuove abitazioni e un rallentamento della crescita nel settore dei servizi. Poiché Yellen ha detto che un intervento di politica monetaria dipenderà dai dati, gli operatori analizzeranno scrupolosamente i rapporti. Ciò nonostante, salvo una svolta significativa nelle prospettive economiche, prevediamo che la Fed inizierà a ridurre i tassi alla fine del primo trimestre; questa prospettiva ci fa rimanere costruttivi sull’USD e ribassisti su EUR e JPY. Su questa falsariga, siamo ribassisti anche sulle valute asiatiche, perché la politica monetaria è relativamente più accomodante. Le banche centrali di Malesia, Thailandia e Filippine hanno aumentato o fermato il loro ciclo accomandante, pur mantenendo bilanci esterni favorevoli.

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