Mercati Azionari in Rialzo, ma l’Altitudine Spaventa o Ispira?

 | 29.01.2024 10:01


Nonostante una leggera flessione registrata venerdì, l’indice S&P 500 ha concluso la settimana in crescita, consolidando così un notevole successo: ben 12 settimane di rialzi nelle ultime 13. L’indice ha guadagnato oltre il 18% e toccato nuovi massimi storici. Questo straordinario risultato si è verificato nonostante il rendimento nominale dei Treasury decennali sia aumentato di 27 punti base dall’inizio dell’anno, raggiungendo il 4,2%.

L’atteggiamento positivo del mercato azionario, che si riflette in questi massimi storici, rappresenta un traguardo entusiasmante. Tuttavia, ora che siamo a queste altezze, è fondamentale comprendere come gli investitori affrontino questa situazione. Le vertigini del successo potrebbero essere interpretate come la paura di una caduta imminente (paura di cadere) o come una spinta verso nuove vette (voglia di volare). In questo contesto, capire la prospettiva dell’investitore diventa cruciale.

Evoluzione S&P 500

L’attuale nuovo massimo storico segna un significativo punto di svolta per questo mercato rialzista, rappresentando il primo record in un contesto di crescente fiducia degli investitori. Va notato che i mercati rialzisti raramente sono caratterizzati da eventi isolati. Dal 1950, i periodi bullish sono perdurati in media per 4,5 anni oltre il raggiungimento del loro primo massimo storico. Le azioni, così come i mercati, seguono spesso un’andatura guidata da ragioni concrete. Attualmente, la convinzione diffusa è che l’economia sia solida e che la battaglia contro l’inflazione sia giunta al termine. Questa prospettiva, onestamente, potrebbe essere fondata. La fiducia degli investitori è in ripresa, e settori economicamente sensibili, come i rivenditori al dettaglio e le banche, sono stati i principali motori di questo rally durato tre mesi.

Certo, l’S&P 500 è più alto che mai e almeno alcuni titoli nell’indice sono più costosi. I prezzi elevati possono comunque essere buoni affari se sono bassi rispetto ai profitti. Il modo in cui lo si misura è attraverso il rapporto prezzo-utili, una misura di dove viene scambiato un titolo o un indice rispetto agli utili che si prevede genereranno nel prossimo anno. Il rapporto prezzo-utili dell’S&P 500 è costoso, ma la storia è diversa se si guarda al di fuori dei titoli tecnologici più grandi. Nell’S&P 500 di pari peso (misurato dall’Etf RSP), che elimina le dimensioni dell’azienda dall’equazione il suo rapporto prezzo-utili è pari a 18, intorno al livello in cui si trovava alla fine del 2019. Questo, anche se l’indice è più alto del 60%.

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Assolutamente, va notato che non tutte le azioni hanno toccato livelli record; molte stanno ancora risentendo dell’impatto del recente mercato ribassista. Un dato sorprendente è che il 43% delle azioni incluse nell’indice Russell 3000 si trova attualmente con una performance inferiore del 20% o più rispetto ai massimi delle ultime 52 settimane. Questo aspetto sottolinea in modo impressionante quanto sia stata selettiva e concentrata la forza di questo mercato rialzista. Mentre alcune azioni sono in ascesa, è evidente che una parte significativa del mercato sta ancora recuperando dalle sfide recenti. Questo scenario offre agli investitori l’opportunità di esplorare settori o titoli che potrebbero non aver ancora beneficiato appieno del rialzo del mercato, aprendo la strada a potenziali investimenti redditizi.

L’accentuata concentrazione del mercato sarà ancora una volta in primo piano questa settimana, con le attese pubblicazioni sugli utili delle aziende tecnologiche di punta, includendo i giganti Bitcoin composto da circa 2818 Bitcoin.

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