Mercati in balia dei venti

 | 17.02.2022 09:56

Mercati che ancora faticano a trovare la propria direzione, indipendentemente se parliamo di Europa o America, alla perenne ricerca di scuse per correggere e risalire, vista l’assenza di alternative.

La seduta di ieri sui mercati europei è stata nuovamente caratterizzata dalle notizie provenienti dal fronte russo, con l’incertezza sulla veridicità del ripiegamento delle truppe di Mosca alle basi, e con prese di profitto dopo il rally di martedì. Bene, in particolare, il settore delle materie prime, chimico e dell’edilizia. Al ribasso invece il settore bancario e delle telecomunicazioni.

In America le pubblicazioni macroeconomiche hanno evidenziato un consumatore statunitense dove, nonostante le preoccupazioni per l’inflazione e con un sentiment in calo (l’ultima rilevazione da parte dell’Università del Michigan ha riportato un Indice del sentimento dei consumatori al 61.7, raggiungendo il livello peggiore in un decennio, scendendo per di più di uno sbalorditivo 8,2% rispetto al mese di gennaio e del 19,7% a/a), continua comunque a spendere. 

  • Il dato sulle vendite al dettaglio di ieri, salite a gennaio del 3.8% su base mensile, ha spaventato gli investitori portando alla luce timori di un’economia eccessivamente surriscaldata e, che quindi potesse offrire alla Federal Reserve un eventuale semaforo verde per maggiori rialzi dei tassi. Probabilmente i mercati avrebbero corretto anche su dati deludenti, riportando il rischio di un’economia che espone segnali concreti di un rallentamento economico (ricordiamo il peso che il consumo ha come componente del PIL americano). A soccorrere questa volta i mercati, era da un po’ che non succedeva, la stessa Federal Reserve con la divulgazione dei verbali dell’ultimo meeting. Verbali che hanno escluso un’eventuale valutazione di un rialzo di 50 punti base, nella prossima riunione di marzo, scongiurando quindi un board più vicino alle tesi di Bullard. A riguardo osserviamo come nell’ultima settimana i mercati hanno invertito le valutazioni “prezzando” un rialzo di 25 punti base con una probabilità che dal 10 febbraio ad oggi è passata dal 6.3% al 63.4%.