Mercati in Rosso e CRYPTO rischio CROLLO

 | 26.01.2022 00:52


Il mercato delle criptovalute non è poi così stabile. Quando le borse affondano, le criptovalute precipitano; quando sui mercati c'è euforia, le criptovalute raggiungono nuovi valori record. È quanto registrato nelle ultime settimane. Se inizialmente ad elettrizzare i sostenitori delle valute che sfruttano la tecnologia blockchain c'era la presunta impermeabilità alla volatilità dei mercati finanziari tradizionali, oggi è sempre più evidente che queste non sono poi così intoccabili. Anzi. Ciò che emerge dall'analisi dell'andamento delle criptovalute è proprio una loro maggiore volatilità, oltreché una forte correlazione con i mercati azionari. In queste ore, infatti, proprio come nei giorni scorsi - con i mercati europei in forte perdita e i future su Wall Street tutti negativi - Bitcoin perde il 5,66%, scivolando a 33.685 dollari, il valore più basso registrato dallo scorso luglio. Con questi dati, la regina delle criptovalute ha azzerato di fatto quasi tutti i guadagni registrati da gennaio 2021. 
Negli ultimi sette giorni il prezzo di Bitcoin ha perso il 21%, dando luogo ad uno dei peggiori sell-off della storia delle criptovalute, secondo soltanto a quello del 2017, quando in poco più di un mese passò da 20mila a 10mila dollari, per poi arretrare a 3mila a metà anno. Quanto alla capitalizzazione, Bitcoin arretra infatti a 639 miliardi.


Un intero settore in perdita

Ma quella di Nakamoto non è la sola criptovaluta ad affondare. Ethereum perde il 9,81%, Binance Coin il 9,78%, Cardano l'11,4%. Simile l'andamento delle altre criptovalute. In generale, la capitalizzazione di mercato dell'intero settore ha perso il 7,28% nelle ultime ventiquattro ore, per un valore complessivo di 1540 miliardi di dollari. È tutto il comparto delle criptovalute che affonda. Secondo gli analisti, tutto lascia intendere che la situazione resterà negativa nei prossimi giorni, e si attendono ulteriori svendite nelle prossime ore.
Ad innescare il crollo delle criptovalute, la svendita globale delle azioni. A preoccupare gli investitori, sia in azioni tradizionali che in criptovalute, e a spingerli a scaricare asset speculativi, è la stretta preannunciata dalla Federal Reserve alla propria politica sui tassi d'interesse. La Banca centrale americana porrà fine temporaneamente ad una politica monetaria espansiva per combattere l'inflazione causata dalla pandemia. È probabile che la Fed aumenti i tassi d'interesse da tre a quattro volte quest'anno, cosa che fa salire i rendimenti obbligazionari. Rendimenti più elevati su attività a basso rischio come i titoli di Stato americani, rendono infatti meno allettanti i rendimenti ottenibili attraverso investimenti speculativi come le criptovalute.


La stretta della Banca centrale russa sul mining di criptovalute

Ad innescare però la forte svendita di crypto-asset anche l'annuncio della Banca centrale russa di vietare il trading e il mining di criptovalute, sostenendo che la valuta digitale rappresenta un rischio per la stabilità finanziaria e la sovranità della politica monetaria. Ciò bloccherebbe di fatto qualsiasi forma di investimento in criptovaluta da parte delle banche nonché lo scambio con le valute aventi corso nella Federazione Russa, uno dei più grandi centri del mondo per il crypto-mining. Da sola la Russia copre, infatti, circa il 10% del mercato globale. Un mercato fortemente instabile, dunque, quello delle criptovalute e fortemente correlato all'andamento generale del mercato azionario. Intanto, mentre si attende l'intervento della Fed e continuano le ondate di sell-off, il mercato delle criptovalute continua a bruciare miliardi.

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