Moderna, la terza dose costringe gli analisti a rivedere i conti

 | 22.09.2021 15:18

Oggi il consensus stima che i ricavi della società resteranno stabili nel 2021 e 2022 per scendere nel 2023. Ma le nuove ipotesi mediche (vaccini ai bambini e richiami annuali) fanno pensare a nuove fonti di reddito, per cui il titolo ha ancora spazio per salire.

Fauci: in Usa ad Halloween daremo il siero ai bambini.

Negli Stati Uniti si preparano a vaccinare i bambini contro il Covid. Anthony Fauci, super-consulente medico della Casa Bianca, ha detto pochi giorni fa che Moderna e Pfizer-BioNTech potrebbero avere pronti già a novembre i vaccini per bambini della fascia di età fra cinque e 11 anni. Forse i sieri potrebbero essere disponibili già a Halloween. Intervistato dalla rete tv MSNBC, Fauci ha anche aggiunto di essere favorevole alla vaccinazione obbligatoria per bambini e ragazzi in età scolare una volta che i vaccini saranno approvati.

Dichiarazioni di questo tipo attizzano l’interesse degli investitori, come si è visto martedì 21 settembre con l’azione Moderna che ha guadagnato il 2,5% portandosi a 434 dollari. In tema di Covid e vaccini gli scenari possono cambiare molto rapidamente: la terza dose, che fino a prima dell’estate non veniva considerata se non come un’ipotesi estrema, adesso sarà somministrata in Italia e in Europa, dopo la positiva esperienza di Israele.

Quando lo scorso 5 agosto Moderna ha presentato i risultati del secondo trimestre, il tema principale era la durata della copertura garantita dal vaccino e si parlava di sei mesi dopo la seconda dose. Oggi gli analisti finanziari devono integrare i loro scenari con l’ipotesi della terza dose in America e in Europa. E dopo la terza dose? Ogni quanto sarà necessario fare un richiamo?

Se per rispondere a queste domande gli scienziati aspettano i dati verificati degli studi in corso, gli investitori cercano di anticipare i tempi per posizionarsi sull’ipotesi, piuttosto ragionevole, che ogni due o tre anni avremo bisogno tutti di un richiamo della vaccinazione. Il che vuole dire che Moderna potrà contare su un flusso di ricavi costanti.

Il consensus è un target price di 306 dollari. Goldman Sachs (NYSE:GS) indica 461 dollari.

Oggi il consensus degli analisti raccolto da Market Screener stima che i ricavi di Moderna saranno pari a 20,3 miliardi di dollari sia nel 2021 che nel 2022, per poi scendere a 11 miliardi nel 2023. Di conseguenza anche l’utile, atteso quest’anno a 12,5 miliardi di dollari (61% dei ricavi), scenderà nel 2022 a 10,1 miliardi e a 3,5 miliardi nel 2023 (32% dei ricavi).

E’ ovvio che prendendo a riferimento queste stime appare difficile prevedere nuovi potenti balzi del titolo, dopo un rialzo del 290% dall’inizio dell’anno. Dei 16 analisti censiti da Market Screener, sei hanno raccomandazione Buy, sei Hold e quattro consigliano di vendere. La media dei target price è 306 dollari, il 30% in meno dell’attuale prezzo di Borsa.

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La settimana scorsa Goldman Sachs, fra i più bullish sul titolo, ha confermato il giudizio Buy e il target price a 461 dollari. Più prudente, Morgan Stanley (NYSE:MS) il 7 settembre ha confermato una cauta raccomandazione Equal Weight con target price a 337 dollari.

Cosa succede se si valuta il titolo con il metodo del Free Cash Flow.

Fra i più convinti sostenitori che Moderna ha di fronte a sé ancora un imponente rialzo da compiere c’è Mark Hake di InvestorPlace, che imposta un ragionamento piuttosto estremo. Ipotizza che, anziché scendere, i ricavi resteranno stabili nei prossimi anni e di conseguenza prende a riferimento il Free Cash Flow (FCF) che la società andrà a generare. E’ il metodo classico per valutare le società che crescono poco, come le utility. Assumendo che l’FCF dei prossimi due anni sia attorno ai 10 miliardi di dollari, Hake lo attualizza a un rendimento del 5% col risultato di avere una capitalizzazione di Moderna di 200 miliardi di dollari (oggi capitalizza 175 miliardi), che corrisponde a un prezzo per azione di 494 dollari.

Se poi, grazie alla terza dose nei Paesi sviluppati e a nuovi ritrovati cui la società sta lavorando (un vaccino unico per la normale influenza e il Covid19), i ricavi anziché scendere nei prossimi anni dovessero salire, il prezzo di Borsa avrebbe ulteriori benefici. Ipotizzando un FCF di 12 miliardi attualizzato a un tasso più basso (4%) si arriva a una market cap di 300 miliardi, pari a un prezzo per azione di 742 dollari.

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