Morning adviser, dietrofront dei mercati

 | 26.03.2013 09:16

FTSE Mib giù del 2,5%, Ibex del 2,27%, Dax e Cac40 rispettivamente a -0,51% e -1,12%, FTSE 100 a -0,22% e Dow Jones a -0,44%.

E’ sufficiente gettare lo sguardo a questi numeri per capire la giornata che si è vissuta ieri sui mercati finanziari, un lunedì nero che verrà sicuramente ricordato.

Tanto più se si pensa che l’accordo che si era trovato nella notte tra domenica e lunedì sul salvataggio di Cipro, che prevede un’iniezione di liquidità da parte della Troika di 10 miliardi di euro a fronte di un diretto contributo di azionisti, obbligazionisti e depositanti non garantiti per il salvataggio delle banche, aveva instillato entusiasmo generale provocando la rapida risalita del cambio Eurodollaro fino a quota 1,3050 e l’apertura positiva dei listini azionari.

E’ bastato però che, dopo la comprensibile e momentanea euforia, gli operatori metabolizzassero tutti i difetti e i rischi dell’operazione di bailout cipriota per causare massicce vendite di euro e di stocks europee.

Il “modello Cipro”, è innegabile, cela delle legittime preoccupazioni di contagio sistemico acuite peraltro da dichiarazioni non certo brillanti come quelle del neo Presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem che ha perfino accennato alla possibilità di un’estensione di questa risoluzione ad altri paesi europei, salvo poi correggere il tiro e rivendicare l’eccezionalità di quanto deciso, evidentemente circoscritto alla realtà cipriota caratterizzata da un’incredibile relazione tra la ricchezza che produce e le dimensioni del suo malato sistema bancario.

La partecipazione degli azionisti e in secondo luogo degli obbligazionisti al sostegno di un istituto bancario, e quindi non solo agli utili ma anche alle perdite, di per sé può rappresentare un corretto modello di risoluzione delle crisi (come avviene in un sistema di libero mercato per una qualsiasi altra azienda non bancaria), dal momento che protegge i cittadini contribuenti dagli oneri del salvataggio delle banche (cosa che purtroppo dal 2008 non è avvenuta praticamente mai) per disastri non di certo provocati da quest’ultimi.

Decisamente più allarmante è invece il contributo dei correntisti, seppur tecnicamente non garantiti dalla legislazione UE per i depositi superiori ai 100 mila euro: il prelievo forzoso sui depositi della Bank of Cyprus oltre tale soglia sarà verosimilmente del 30%.