Morning adviser, Euro e Sterlina protagonisti

 | 05.07.2013 09:40

I meeting di Bank of England e di Banca Centrale Europea non hanno dunque deluso le aspettative e la sterlina e l’euro sono stati i protagonisti assoluti di un mercato che ha visto in questa settimana, fino a ieri, poca volatilità, movimenti non direzionali e una liquidità inferiore dovuta al pre e al Giorno dell’Indipendenza Americana. La combinazione proprio di quest’ultimo fattore e di market mover rilevanti come le decisioni delle due grandi Banche Centrali del Vecchio Continente, hanno contribuito a creare un contesto tecnico dai due volti: da un lato, la liquidità inferiore legata all’assenza degli operatori americani dai desk ha permesso movimenti violenti e veloci dei prezzi per il semplice fatto che quantità inferiori di flussi di investimento sono sufficienti per muovere in maniera più che proporzionale le quotazioni di un mercato sottile, e dall’altro la mancanza stessa di una fetta fondamentale della liquidità non ha permesso l’approfondimento e l’acuirsi dei movimenti che sono partiti e che avrebbero potuto permettere la violazione e il raggiungimento di livelli di prezzo addirittura strategici nel medio periodo. Ci riferiamo evidentemente ai casi più lampanti e cioè ai cambi che vedono sterlina ed euro contrapposti al dollaro americano. Nel primo caso, le vendite di divisa britannica sono state significative sebbene non abbiano permesso al cambio in questione di raggiungere il supporto cruciale nonché soglia psicologica di 1,50, mentre l’eurodollaro che pure ha messo a segno circa una figura di ribasso non è approdato neppure nei pressi di quell’1,2840 che il grafico indicava come livello fondamentale. Per riprendere sinteticamente la cronaca dei fatti di ieri, la Bank of England, che pure è stata per la prima volta presieduta dal neo Governatore Carney, ha lasciato invariato il tasso di riferimento invariato allo 0,50% e non ha ritoccato il piano totale di Quantitative Easing a 375 miliardi di sterline. Sul fronte BCE, il corridoio dei tassi è rimasto invariato e Draghi ha riaffermato che la politica monetaria resterà accomodante per un lungo periodo e per tutto il tempo che sarà necessario argomentando che ciò consentirà di sostenere una ripresa dell’attività economica più avanti nel 2013 e 2014. Sul tema tassi, il banchiere centrale ha confermato l’accesa discussione in merito all’interno del Board, affermando che non necessariamente il limite dei 50 punti base è il più basso raggiungibile- e su questo ci sentiamo di concordare visto il pericoloso mix di stagnazione e disinflazione all’interno dell’Eurozona.