Morning adviser, sfruttare la lateralità per i breakout

 | 11.02.2013 08:58

Il titolo del nostro Morning Adviser di questa mattina parte dalla sottolineatura di una dinamica operativa che potrebbe essere seguita quest’oggi nell’approcciarci ai nostri desk.

Il Capodanno in Cina e il “Foundation Day” in Giappone, infatti, hanno ridotto la liquidità ai minimi termini durante la sessione asiatica, facendoci assistere ad un inizio di settimana dei mercati assolutamente flat, laddove si vanno a formare ampie congestioni in grado però di permetterci di lavorare in modalità di break out proprio dei confini che vanno a delimitare tali lateralità.

E’ il caso proprio del cambio principe Eurodollaro che, all’arrivo degli operatori europei ai monitor, potrebbe infatti uscire dal rettangolo che lo contiene tra l’1,3350 e l’1,3380 con estensione all’1,3420, per movimenti direzionali in grado di farci comprendere che tipo di cammino potrà intraprendere da qui alla prossime settimane; lo storno successivo alle parole di Draghi di giovedì scorso ha infatti stravolto quello che sembrava in qualche modo un destino segnato che vedeva il cambio ulteriormente rafforzarsi nel medio periodo fino ai livelli di 1,38 e 1,40, per poi cedere su livelli macro economicamente più accettabili proprio verso l’1,30 e verosimilmente il teorico valore di 1,20.

Le pesanti vendite di giovedì scorso potrebbero invece aver significato un’anticipazione di questo scenario e la settimana a venire potrà proprio essere rivelatrice in questo senso.

Da un lato i grandi supporti presenti a 1,33 e 1,3170, che fanno da livelli di sostegno di questo marcato andamento ascesista, non sembrano essere troppo vicini e la loro presenza e tenuta (qualora venissero raggiunti) possono ancora garantire da velleità ribassiste in maniera strutturale, ove il cambio fosse in grado di ripartire verso i punti tecnici di resistenza per la ripresa dei massimi relativi; dall’altro va pur tenuto conto di un importante allontanamento di questi ultimi, che pure potrebbe voler dire un progressivo cambio di rotta dei flussi di liquidità verso la moneta unica a favore di alleggerimento dei portafogli di istituzionali di pesanti esposizioni verso la divisa rappresentativa dell’area economica senza alcun dubbio più debole tra quelle principali a livello globale.