Morning adviser, si attende volatilità

 | 12.03.2013 09:28

Come accade ormai da alcune settimane, il lunedì si rivela un giorno di scarsa volatilità e i prezzi rimangono intrappolati all’interno delle congestioni che sono andate a formarsi dopo le grandi movimentazioni del venerdì. In ottica di breve analisi intermarket, abbiamo infatti assistito ad un valutario piuttosto fermo nel quale vi sono state leggere vendite di dollari americani, le commodities ancora fuori da punti d’interesse, e l’azionario che invece continua a privilegiare gli acquisti.

Va infatti detto che in particolare l’azionario USA continua a procedere a ritmi impressionanti con il Dow Jones che nel finale fa registrare un +0,35% a 14.440 punti su nuovi massimi storici all’interno di quella che è la settima seduta positiva di fila. L’S&P500 ha terminato a +0,27% a 1.556 punti e il Nasdaq a +0,27% sopra i 2.800 punti nell’ambito di un paradosso che va a palesarsi nel momento in cui i fondamentali globali vanno a deteriorarsi mentre i prezzi delle attività finanziarie continuano a crescere notevolmente.

Basti pensare che negli ultimi 4 anni oltre 10 mila miliardi di dollari sono affluiti nella Borsa, che l’indice azionario più importante al mondo, l’S&p500 appunto, ha più che raddoppiato i suoi valori minimi del 2009 e che le quotazioni hanno raggiunto e perfino superato i livelli pre-crisi mentre appare piuttosto banale affermare che si è enormemente distanti da minime risoluzioni della crisi stessa.

Le politiche estremamente espansive delle Banche Centrali che, mai come in questo momento storico e in maniera quasi totale, hanno stampato moneta fino a rendere irrisorio il valore stesso delle valute, hanno di fatto drogato un sistema che va ad autoalimentarsi attraverso non più meccanismi economici virtuosi fondati su investimenti, lavoro, produttività e consumi, ma bensì su anestetici che sviliscono i sintomi del malato senza però somministrargli alcuna cura, se non appunto lenitiva.

Al di là di considerazioni di carattere sistemico vale la pena restare focalizzati a quelli che potranno essere i più prossimi scenari di sviluppi di prezzi. Ieri abbiamo attestato come i più importanti livelli di prezzo siano rimasti invariati e come, a livello operativo, sia stato opportuno, da un punto di vista meramente probabilistico, andare a tradare la lateralità, ricercando grafici molto tecnici per operazioni in grado di fornire anche discreti rapporti di rischio/rendimento.