Morning adviser

 | 10.12.2012 09:20

Punti tecnici post payrolls

La settimana che ci lasciamo alle spalle è stata ricca di eventi macroeconomici culminati con la decisione sui tassi BCE e relativa conferenza stampa del Governatore Mario Draghi nella giornata di giovedì, e la release sulla disoccupazione e sui nuovi posti di lavoro creati negli Stati Uniti. In particolare le nuove paghe erogate sono state 146mila, con attese che si attestavano a 95mila unità, ed il tasso di disoccupazione è sceso al 7,7% ai minimi di dicembre 2008; inoltre i dati del mese precedente sono stati rivisti al ribasso a 138mila da 171mila. Va da sé che un dato ancora molto basso (ricordiamo che valori ritenuti “obiettivo” sono uguali o superiori a 250mila) non è stato di per sé sufficiente a far calare la disoccupazione, scesa esclusivamente per il progressivo calo del tasso di partecipazione alla forza lavoro (al 63,6%). E’ comunque bene notare che nonostante l’eseguità delle cifre, la crescita nel comparto lavoro degli Stati Uniti– si notino quanto meno gli ultimi tre mesi – si è dimostrata lenta ma costante; per quanto concerne il quadro economico globale americano sarà comunque decisivo l’accordo a risoluzione del fiscal cliff per il quale ieri si sono incontrati il Presidente Obama e lo speaked repubblicano della Camera Boehner, i quali si sono però astenuti da ogni commento. Senza alcun dubbio sarà questo il market mover in queste ultime tre settimane del 2012, in grado di generare importanti tendenze di prezzo che molti prevedono al rialzo in quanto la paura del manifestarsi dell’ormai noto precipizio fiscale, che porterebbe in recessione il globo intero (o quasi), verosimilmente prevarrà sulle distanze tra le posizioni dei contendenti. Tornando alla giornata di venerdì, come auspicato la news ha generato molta volatilità a tutto beneficio del dollaro americano e dell’azionario Usa. Il cambio principale Eurodollaro ha infatti proseguito nelle vendite successive al meeting BCE del giorno precedente riportandosi con decisione sotto l’1,29, seguito a ruota dal cable, ed è esemplificativo di ciò il Dollar Index che si è riportato sopra quota 10mila punti; l’indice S&P500 è stato invece in grado di rivedere quota 1420 vicino ai massimi che, prima di inizio dicembre, risalgono ad oltre un mese prima.