Non tutti credono alla tregua Trump-Xi

 | 03.12.2018 22:59

Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Ormai tutti sanno che il Presidente Trump ed il Presidente Xi hanno deciso per 90 giorni di tregua commerciale in Argentina. Grazie a questo accordo non c’è più la minaccia di nuovi dazi commerciali fino al 1° marzo. Le valute e i titoli azionari sono saliti in quanto gli investitori che temevano il peggio si sono rallegrati dell’esito del vertice. Tuttavia, a parte il rialzo iniziale all’apertura, non sono stati registrati ulteriori guadagni durante la seduta nordamericana, né per quanto riguarda il dollaro USA né per le valute “high-beta”. Questo ci fa capire che gli investitori non sono rimasti impressionati da questo ”accordo”. I novanta giorni iniziano dal 1° gennaio e durante questo breve periodo bisognerà trovare un accordo o la Casa Bianca porterà i dazi al 25%. L’accordo prevede che la Cina dovà immediatamente importare grandi quantità di prodotti dagli USA per cercare di ridurre lo squilibro commerciale e secondo il Consigliere Economico USA Larry Kudlow si tratterà di un volume di acquisti intorno a mille miliardi di dollari. Si prevede inoltre che la Cina cancelli i dazi sulle importazioni di auto statunitensi. Ovviamente, nessuno di questi impegni è stato pubblicamente confermato dal Presidente Xi. La buona notizia è che per oltre 2 mesi probabilmente leggeremo notizie dai toni più conciliatori da ambo le parti in vista dei nuovi negoziati. E questo darà un bene per la propensione al rischio, per i titoli azionari e le valute. Tuttavia, con l’avvicinarsi alla scadenza i toni potrebbero cambiare, specialmente se l’accordo dovesse essere ancora lontano. Dunque, nonostante molti non credano che la tregua Trump-Xi possa portare ad un accordo, per adesso, i cambi USD/JPY, EUR/USD, NZD/USD e le altre valute beta sensibili alla propensione al rischio ne trarranno più benefici che svantaggi.

Il dollaro australiano è quello che ha beneficiate di più della raggiunta tregua, ma come molte altre valute l’impennata ha toccato il suo massimo all’apertura londinese. Tuttavia, in questo caso gli investitori sono stati titubanti nel far salire ulteriormente il cambio in vista dell’ annuncio di politica monetaria della Reserve Bank, in particolare dopo che i dati rilasciati domenica hanno mostrato una certa vulnerabilità nell’economia. L’attività manifatturiera ha subito un certo rallentamento secondo i dati PMI, la pressione inflazionaria è salita, le offerte di lavoro sono diminuite, la redditività delle imprese si è indebolita e le concessioni edilizie sono scese. Questi dati danno alla RBA motivo di mantenere la propria posizione neutrale in tema di politica monetaria. In passato la RBA è stata ottimista e sarà interessante vedere se il sentimento cambierà grazie all’andamento delle trattative commerciale che potrebbe far passare in secondo piano il peggioramento dei dati. La tabella seguente mostra le variazioni dell’economia australiana dopo l’ultimo vertice della RBA, e nonostante il mercato del lavoro e la fiducia dei consumatori siano migliorati, la gran parte degli indicatori è in calo.