Nuove e forti vendite

 | 06.05.2022 09:54

L’euforia è durata poco sui mercati. Dopo aver brindato mercoledì, sulla scia di dichiarazioni di una Federal Reserve meno aggressive del previsto, le preoccupazioni inflazionistiche hanno preso di nuovo il sopravvento. Una caporetto per i listini americani, con il Nasdaq 100 che ha ceduto quasi il 5% e con il 98% dei titoli presenti nell’indice in territorio negativo (si salvano solamente Booking Holding +3.26% e Charter Communications +1.75%). Evento che annota così la terza seduta, nelle ultime 10 giornate, dove la lettura è stata superiore al 96% (22 e 26 aprile e 5 maggio), situazione che si è verificato solamente 14 volte dal 1996.

Ad innescare questo deciso cambio di umore, probabilmente, la lettura degli ultimi dati macroeconomici. In attesa dei NonFarm Payroll odierni, le letture sulla produzione dei lavoratori USA - una misura di produttività della produzione rispetto alle ore lavorate - è crollata del 7,5% nel 1° trimestre 2022, registrando così il più grande calo dal terzo trimestre del 1947. Allo stesso tempo, il costo unitario del lavoro è salito dell'11,6%, portando l'aumento degli ultimi 4 trimestri al 7,2%, il maggior rialzo dal terzo trimestre 1982. Nuove pressioni che hanno quindi nuovamente riportato gli investitori a scommettere su un rialzo di 75 punti base da parte della Federal Reserve, nella prossima riunione di giugno, dopo che queste erano state riviste al ribasso mercoledì. Situazione che potrebbe esacerbarsi con il discorso di James Bullard (il membro più falco nel board FOMC), atteso per la giornata, così come per un eventuale rapporto odierno sull'occupazione negli Stati Uniti che evidenzi ulteriori segnali di carenza di manodopera o un'inflazione salariale ostinatamente elevata.

Con gli investitori che navigano a vista, i cambiamenti di umore saranno probabilmente un evento a cui dovremmo abituarci maggiormente nel futuro. Vix, ovvero il cosiddetto indice della paura, che ieri è salito di oltre il 22% (attualmente scambiato sopra i 31 punti) e con nessun settore statunitense in grado di chiudere la seduta di ieri in territorio positivo – Consumo discrezionale (-5,6%) e Tecnologia (-4,81%) nuovamente i comparti più colpiti mentre Utility (-1,02%) ed Energetico (-1,39%) i più resilienti, evidenziando una maggiore tenuta del comparto Value rispetto al Growth. Proprio a riguardo, il rapporto tra i due settori – misurati dagli ETF IWF e IWD – registra un nuovo minimo di oltre due anni, ovvero dal 13 aprile 2020.