Nuovi timori sui mercati

 | 12.05.2022 10:40

Seduta di mercoledì, caratterizzata (stranamente, non essendo molto frequente) da decisi acquisti sui mercati europei e forti vendite su quelli statunitensi. Maglia rosa per Milano +2,84%, sostenuta dagli acquisti su Unicredit (BIT:CRDI) +10,79%, dopo la definizione per l’esecuzione del suo piano di buyback da €1,6 mld, nonchè l’intero comparto bancario, sulla scia del risiko innescato dalla possibile uscita di Mediobanca (BIT:MDBI) da Generali (BIT:GASI) a favore di possibili ingressi su Banca Mediolanum (BIT:BMED), Banca Generali e Azimut (BIT:AZMT).

Passo in avanti, in modalità falco, da parte della presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde, nel suo discorso a Lubiana. Un deciso cambio di dettagli sul prossimo aumento dei tassi d’interesse per l’Eurozona, successivo alla fine del programma di acquisto di titoli (APP) previsto per luglio, da “qualche tempo dopo”, utilizzata durante la conferenza stampa di aprile, a “qualche settimana dopo” utilizzata ieri. Un cambio di termini non di poco conto, in un momento dove sui mercati prevale l’incertezza. Un cambio di velocità che potrebbe essere stato innescato da alcuni dati: aumento dell’inflazione in Germania, ieri al 7,4% a/a ad aprile (sui massimi del 1974) e un sentiment degli investitori in ripresa, con l’ultima lettura ZEW in Germania meno pessimistica delle attese.

Intanto resta al centro il tema Russia, da una parte Draghi ha ieri suggerito che i Paesi dell'UE possono pagare il gas naturale russo in rubli senza violare le sanzioni. Gas europeo che resta al centro dell’attenzione, scambiato a circa €102 MWh, dopo i blocchi di fornitura passanti per il transito di Sokhranivka. Petrolio, l’altro principale tema, mentre l'UE fatica a trovare l’adesione dell’Ungheria all’embargo sul petrolio russo, Mosca va al contrattacco sanzionando 31 società con sede nei Paesi “nemici”.

Negli Stati Uniti sessione azionaria altalenante, con decisi cambi di umore. Vendite soprattutto nel comparto tecnologico e ciclico, con il Nasdaq 100 che chiude con un -3,03% (registrando una flessione complessiva rispetto al massimo intraday del 4%). La lettura sul livello di inflazione statunitense di aprile al 8,3% a/a, in calo rispetto al 8,5% di marzo, ma superiore alle attese di un 8,1% ha generato preoccupazioni sui mercati. Preoccupazioni che, per fortuna, non si sono tramutati in panico, con il Vix ieri in flessione del -1,3% e i settori difensivi nuovamente protagonisti. Inflazione americana che tuttavia evidenzia alcuni aspetti positivi, in primis rappresenta il primo calo da agosto ed inoltre registra un calo dei rialzi sui beni a favore dei servizi, maggiormente gestibili da parte della Federal Reserve.