Le manovre dell’OPEC+ ne indeboliscono la strategia e confondono le previsioni

 | 04.06.2020 16:50

La versione originale di questo articolo, in inglese, è stata pubblicata il giorno 04.06.2020

Le ultime manovre dell’OPEC+ mettono in luce la grave crisi di identità del gruppo, e questa situazione ha delle conseguenze per il mercato. Per parecchi giorni, l’OPEC+ ha parlato dell’idea di anticipare la data del vertice di giugno, confondendo molti osservatori dei mercati.

Al momento della scrittura, il vertice è previsto per il 10 giugno, con la conferenza dell’OPEC in agenda il giorno prima. L’OPEC+ starebbe inoltre cercando di decidere se estendere gli attuali tagli alla produzione di uno o di due mesi.

Di seguito, vedremo come le ultime azioni dell’OPEC+ stanno influendo sui mercati del greggio ed esamineremo nel dettaglio le informazioni chiave al momento disponibili riguardo ai cambiamenti nell’organizzazione ed ai problemi per la produzione:

Mancata segnalazione in anticipo

L’OPEC (ed ora l’OPEC+) funziona al meglio quando fissa delle quote di produzione in anticipo per un periodo di tempo predeterminato, di solito, negli ultimi anni, tra i sei ed i 12 mesi. Questo tipo di preavviso aiuta i governi dei paesi OPEC a pianificare i propri bilanci. Dal momento che la maggior parte di questi governi dipende dalle entrate del greggio, la stabilità del mercato contribuisce al bilancio. Una segnalazione in anticipo da parte dell’OPEC aiuta inoltre a limitare la volatilità del prezzo e consente alle compagnie petrolifere che spesso spediscono grandi quantità di greggio su lunghe distanze di fornire ai clienti il prezzo e la disponibilità del prodotto.

Al momento, l’OPEC+ non sta offrendo alcun preavviso sul lungo termine. Quando l’OPEC cambia idea regolarmente o fissa nuove quote solo per un mese o due (come è successo ad aprile e come, probabilmente, succederà anche la prossima settimana) introduce anche molti ostacoli inutili per i governi dei suoi paesi membri e per le compagnie petrolifere che operano entro i loro confini.

L’OPEC+ è stata criticata in passato per non essere riuscita a rispondere rapidamente al cambiamento delle condizioni di mercato. E questo è risultato evidente, ultimamente, nel febbraio di quest’anno, quando la Cina ha subìto uno shock della domanda per via delle serrate per il coronavirus e l’OPEC+ non ha convocato un vertice di emergenza. Quando il gruppo ha finalmente cercato di rispondere al colpo subìto dalla domanda dall’Asia a inizio marzo, l’Arabia Saudita ha adottato una tattica aggressiva per spingere la Russia ad accettare un taglio della produzione da 1,5 milioni di barili al giorno. La strategia è fallita ed è risultata in un mese di sovrapproduzione da parte dell’Arabia Saudita, che ha sconvolto i prezzi. Ma l’idea di usare l’OPEC+ come arma di ricatto sul mercato del greggio non funziona neanche per altri.