Marco Tosoni | 15.03.2018 10:51
Bentornati all’appuntamento con l’Outlook sul Ftse Mib.
La situazione continua a rimanere nebulosa, con il nostro indice che ancora una volta ha trovato un ostacolo insormontabile in area 22.900/22.800.
Dopo un avvio piuttosto promettente, la seduta di ieri si è chiusa con un -1.00% circa e la terza chiusura negativa consecutiva.
Risulta quindi molto difficile riuscire a delineare un quadro chiaro, nel momento in cui la situazione politica è ancora caratterizzata da forti incertezze circa la formazione del prossimo governo, e dagli Usa ogni giorno rimbalzano nuove voci sui dazi e dati macro contrastanti, che naturalmente rappresentano un forte interrogativo circa le sorti dell’economia globale.
Come già esposto in alcuni articoli precedenti, la navigazione a vista diventa una necessità ed un’opera di sano pragmatismo: ciò che va fatto in attesa di segnali più chiari da parte dei mercati (ad esempio un break out di 22.900 o un break down dei minimi del 5 marzo in area 21.500/21.400), la cosa più intelligente da fare a mio avviso, consiste nello stabilire dei livelli di prezzo validi, riducendo drasticamente la durata delle operazioni, limitandosi ad un day trading ben pianificato.
Cerchiamo quindi di capire quali livelli di breve termine possano produrre inversioni o accelerazioni del prezzo, osservando il consueto grafico daily:
Tracciando i consueti ottavi di Gann, tra i minimi 2016 (zona 15.000) ed i massimi 2018 (zona 24.000), notiamo facilmente come la fortissima resistenza (di cui ormai parlo da settimane) di area 22.900/22.800 corrisponda anche al 12.50% (1/8) di Gann, così come il doppio minimo di fine 2017 e inizio mese in area 21.500 corrisponda al 25.00% (2/8) di Gann.
La fedeltà con la quale questi livelli siano stati rispettati dal Ftse Mib – in un periodo nel quale la volatilità è andata ad aprirsi rientrando verso valori medi – rappresenta senza dubbio un elemento moderatamente positivo: il mercato sebbene più inquieto di qualche mese fa e talvolta news-driven, sta mantenendo un comportamento tecnico.
Questo fattore da un lato disegna una situazione tutto sommato sotto controllo (sebbene sicuramente ci sia del fuoco sotto la cenere, da tenere in debita considerazione), dall’altro offre la possibilità di lavorare con la dovuta fiducia nei momenti nei quali il Ftse-Mib vada ad avvicinare determinati valori rilevanti.
Procedo quindi ad elencare livelli di supporto e di resistenza, che sarà buona cosa osservare con cura nei prossimi giorni/settimane:
SUPPORTI
RESISTENZE
Tutti i principali analisti sono piuttosto concordi nel prevedere che in Usa arriverà una recessione entro il 2021.
E’ chiaro come questa informazione valga poco o nulla visto che nel frattempo abbiamo 9 mesi di 2018, tutto il 2019 e tutto il 2020 da gestire. Cerchiamo quindi di osservare un grafico settimanale, al fine di rilevare qualche movimento di più ampio respiro che possa aiutare a trarre ulteriori spunti:
Innanzitutto, grazie a questo grafico, si può notare in tutta la sua “magnificenza” il famigerato muro di area 24.000, che ha anche un buon legame numerologico con massimi e minimi storici del Ftse: sostanzialmente il minimo post sub-prime è arrotondabile in area 12.000 punti.
Procedendo al raddoppio di questo valore, si giunge proprio a 24.000. Raddoppiando ulteriormente, si giunge a 48.000 punti che è l’area di massimi storici.
Noi trader contemporanei, stiamo quindi lavorando a metà del guado e mi si consenta una metafora: se la partita sul Ftse Mib fosse un tiro alla fune, con gli orsi a tirare verso 12.000 e i tori a tirare verso 48.000, le forze in campo ad oggi sarebbero estremamente equilibrate.
Alla luce di queste considerazioni, c’è ancora qualcuno che è stupito dell’incertezza che viviamo ai giorni nostri, su questi livelli?
Se il compratore vuole comprare a basso prezzo ed il venditore vuole vendere al prezzo maggiore possibile, a metà di questa forbice di prezzi, verrebbe raggiunto un momentaneo equilibrio, che potrebbe poi spezzarsi in un senso, piuttosto che nell’altro…
Esistono momenti nei quali il bravo trader, a mio modo di vedere le cose, deve armarsi di pazienza operando nel breve termine ed attendendo che sia il mercato stesso a chiarire quali siano le reali forze in campo.
No, non credo ai guru francamente: oggi come oggi tracciare scenari di medio-lungo altro non è che una congettura, una sensazione.
Personalmente sono moderatamente ottimista, ma ripeto, si tratta solo di un’idea e di una percezione che il toro non sia ancora disposto a lasciare il campo all’orso. Nulla di più. Di certo non mi arrogherò particolari meriti in caso effettivamente nella seconda parte del 2018 dovesse arrivare il breakout di 24.000 punti, così come da analista tecnico, non mi sentirei avvilito qualora si dovesse scendere sotto i 20.800 punti.
Il quadro è inevitabilmente di difficile interpretazione.
Per il momento invito comunque a seguire il canale che ho tracciato sul grafico settimanale precedente: finchè lo mantiene il toro è ancora vivo.
E’ poco, ma è sicuramente meglio di niente.
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