Marco Tosoni | 10.10.2016 10:34
Bentornati all’appuntamento settimanale con l’Outlook sul nostro Ftse Mib ed ai consueti commenti sulla situazione transitoria che stiamo vivendo, dove la lotta tra compratori e venditori continua nel proprio equilibrio e conseguentemente le probabilità di risalita o discesa, si assestano al 50%…
In assenza di segnali significativi dalla price action, dall’analisi della volatilità e dei volumi delle ultime sedute…non ci rimane che ricorrere alla buona vecchia analisi grafica che, sebbene bistrattata, qualche piccolo spunto, mi consentirà di proporvelo…
Qui sopra trovate il solito grafico daily con la solita, strategica, area di supporto 16100-15800 che ci accompagna ormai dall’inizio di Agosto…sembrano lontane le vacanze e il mare vero? E invece i prezzi del Ftse Mib, tra alti e bassi, stanno ancora lì!
Battute a parte, Vi invito ad osservare la trend line blu a linea continua, quella che si trova più in alto nel grafico: si tratta di una trend line fondamentale che unisce i tre principali massimi 2015 (ovvero Luglio, assoluti, Agosto in occasione del failure swing da cui è partita tutta la tragedia successiva; e Dicembre, dove Babbo Natale ha distribuito gli ultimi doni ai tori).
Da detta trend line primaria (e lo è certamente, poiché collega con precisione prezzi importanti), ho ricavato 4 parallele inferiori. Il fatto che anche le parallele inferiori trovino corrispondenze con diversi ed importanti pivot point registrati nelle settimane e mesi precedenti, certifica la bontà dell’analisi e mi consente di affermare ciò: il declino medio del Ftse Mib corrisponde a circa 10 gradi
Ovviamente il mercato vive di continue pause ed accelerazioni e pur tuttavia, quando è possibile effettuare un esercizio come quello che ho appena esposto, è possibile altresì identificare una tendenza di fondo, traendone una serie di spunti:
L’osservazione delle dinamiche relative al Ftse Mib nell’arco degli ultimi due anni, mostra una chiara tendenza al progressivo declino, caratterizzata da tentativi di rimbalzo in serie di tre massimi decrescenti, con successivo impulso ribassita…il quadro sembrerebbe sconfortante.
Però…c’è un però, il Macd è un buono strumento da utilizzare per definire la tendenza di uno strumento finanziario, ed è ben evidente come si stia formando una serie di minimi crescenti, che sono ovviamente frutto della progressiva compressione di volatilità, che è comunque importantissima al fine di ricostruire un briciolo di stabilità, nella speranza che gli operatori stiano mettendo in atto un’accumulazione (della quale non ci sarebbe giustificazione fondamentale, ma del resto i grandi operatori si muovono prima che i mutamenti di scenario macroeconomico e di sentiment si palesino). Non è l’unico elemento interessante…
Con la trattazione di oggi non intendo tracciare scenari trionfalistici per i prossimi mesi, ma semplicemente invitare ad osservare con grande attenzione eventuali spunti rialzisti del Ftse: in caso di raggiungimento di 17000 prima e 17500 poi, come scrivevo (partendo da altre considerazioni) settimana scorsa, parrebbe sia proprio il caso di iniziare a credere in un movimento di ben più ampio respiro…di sicuro sarebbe molto rischioso shortare.
Vorrei ribadire che la dinamica che ho mostrato relativamente al Macd, rappresenta la classica struttura preparatoria di un’inversione del mercato. Ripeto lo schema (rilevabile su strumenti finanziari profondamente diversi e diversi time frames):
Questo tipo di dinamica può essere utilizzato anche come filtro di controllo del trend…provate ad identificare ad esempio un picco ribassista del MACD e a guardare come successivamente le divergenze rialziste su un RSI (o Stocastico, o CCI) inizino a funzionare tutte con precisione…
Certo bisogna avere gli strumenti per stimare quanto profondo debba essere il picco del Macd e come vada tarato un Rsi…ma il trading non è semplice, è fatto di studio approfondito e appetito per l’indagine…diversamente il rischio è di cestinare, per superficialità, degli strumenti estremamente utili…
Pensavo di scrivervi 3 righe e invece mi sono dilungato…concludo quindi con questa affermazione ineccepibile: Indicatori e oscillatori funzionano: semplicemente bisogna sapere quando e come utilizzarli.
Ci sono 4 scenari di mercato possibili: Trend Rialzista – Trend Ribassista – Trading range a bassa volatilità – Trading range ad alta volatilità. Per ogni scenario, un metodo di analisi, un modello di money management ed un utilizzo di strumenti differente…
Di questo e altro parlerò anche nel corso che terrò insieme al mio maestro ed amico Giovanni Lapidari il 4 e 5 Novembre a Verona…
Buon Trading a tutti e arrivederci a Giovedì per l’appuntamento con Virtual Certificates Portfolio!
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