Riccardo Zarfati | 31.10.2016 08:44
Il PIL Usa ben sopra le attese non smuove la calma piatta sugli indici. Nessuna variazione percentuale che superi il punto e mezzo, né al rialzo né al ribasso.
Eppure i motivi per tentare un allungo più deciso non sono certo mancati in settimana.
Oltre al Pil Usa positivi gli indici PMI europei, sia servizi che manifatturiero. Anche il PIL inglese sopra le attese, e rilevante calo della disoccupazione spagnola. Brillano addirittura gli ordini all’industria italiana, che registrano oltre il +10%.
Ma alla fine ha prevalso la cautela, con i soliti temi in avvicinamento (tassi ed elezioni Usa) che hanno per ora ingabbiato gli acquisti.
Con questo dato di PIL Usa resta alta la probabilità di un ritocco ai tassi entro l’anno
Rimane più controverso il tema elezioni presidenziali, i sondaggi recentemente non hanno aiutato più di tanto, vedi Brexit.
Ed anche in questo caso non sembra esserci alcun esito scontato, nonostante il vantaggio della Clinton nella maggioranza delle rilevazioni, quindi, forse meglio non pensarci e seguire i prezzi come al solito ma con una più stretta disciplina sugli stop: resta probabile che la volatilità aumenti.
USA
Il dato più rilevante è la prima lettura del PIL USA 3°trimestre, +2,9% sopra le attese. Bene anche l’indice PMI servizi, a 54,8 oltre le attese. Dati di chiaro recupero per l’economia USA, che naturalmente rendono assai probabile un ritocco dei tassi entro l’anno.
Su S&P si continua a stabilizzare, ma sempre sopra il primo livello di supporto, 2113. La notizia della riapertura del dossier Clinton (il mail gate) ha pesato sulla chiusura di venerdì. Confermando che i mercati temono una vittoria di Trump. Vedremo se vi saranno strascichi ad inizio settimana prossima. Nuovi segnali di forza solo sopra 2200 punti.
Europa
Prezzi in generale che rimangono in zona resistenza di medio periodo, con minime variazioni. Il Dax fa nuovi massimi annuali e poi forma la classica candela di indecisione, confermando la valenza di area 10.800. Nel breve acquista valore il supporto di area 10300, per ora immutati i riferimenti di medio periodo.
Sul lato dati macro, indici PMI (Purchasing Manager index) sopra le attese per Francia e Germania. Sotto l’indice aggregato per l’Eurozona, con un ottimo balzo che fa ben sperare per le prossime letture del PIL, cui è fortemente correlato.
Buona lettura anche per la disoccupazione spagnola, che prosegue nella striscia positiva. Forse stare senza governo per parecchi mesi è la soluzione ai problemi.
Asia
Molti indici immobili, solo da segnalare il buon segnale di forza del Nikkei, che rompe al rialzo il canale ribassista dai massimi del 2015. Ora è molto vicino l’importante livello di 17500/17600, il cui superamento confermerebbe la svolta positiva dell’indice, attivando peraltro una figura di doppio minimo (a 15.000 punti) che avrebbe obiettivi molto interessanti.
Obbligazionario
Ci sono state vendite decise sull’obbligazionario mondiale in settimana, con poche eccezioni. Il prezzo delle obbligazioni ha scontato finora un approccio deflazionistico costante per i prossimi anni, ma nel breve vi sono embrionali segnali di aumento inflazione. Le politiche monetarie e il recupero dei prezzi delle materie prime stanno ovviamente influendo.
Guardando al decennale di casa nostra, abbiamo un primo segnale di allarme con la rottura della trend line dai minimi relativi di luglio 2015. Lo scenario più probabile rimane quello di lateralizzazione non lontana dai recenti massimi. Almeno fino a che il QE europeo sarà attivo. Anche se nel caso specifico italiano c’è l’incognita referendum da tenere a mente. In area 135 la prima fascia di supporti.
Materie prime
I buoni dati macro risvegliano i prezzi dei metalli industriali, tutti in forte rialzo. Prosegue quindi il trend rialzista di Zinco e Alluminio, ci prova anche il Rame ad invertire. Per ora un segnale chiaro non c’è, con prezzi sempre all’interno di un triangolo di congestione. Forse meglio attendere una chiara fuoriuscita dalla figura prima di valutare una posizione. Ricordo i codici degli ETC sul rame: COPA (in Usd) ed ECOP (coperto cambio).
Petrolio
In corso il meeting OPEC a Vienna, mentre scrivo nessuna novità di un possibile accordo. In chiusura di settimana movimenti molto tecnici per il petrolio, che ritraccia con buona decisione dalle note aree di resistenza di area 52.
Il segnale ribassista di breve anticipato dalla candela della scorsa settimana è confermato. Ora prima area di supporto a 46, ma con l’attenzione al meeting.
EUR/USD
Movimenti tecnici anche su questa coppia. Dopo la rottura del supporto di 1.0912, il debole movimento al rialzo settimanale appare al momento come un rimbalzo, alimentato dalla riapertura del dossier sulla Clinton (che indebolisce Usd). Rimbalzo che in estensione potrebbe arrivare fino ad 1,11/1,12. Ma l’orientamento dei prezzi rimane ribassista nel breve, con lo sviluppo laterale di medio periodo che ben conosciamo.
Riccardo Zarfati
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