Paura di contagio sui mercati: è il momento di comprare i Treasury Usa?

 | 17.03.2023 12:30

Il contagio bancario è ufficialmente passato ai mercati internazionali, facendo temere che i fallimenti della scorsa settimana degli istituti di credito statunitensi Silicon Valley Bank (SVB) e Signature Bank possano essere solo l’inizio di un’altra crisi globale.

Le azioni di Credit Suisse (NYSE:CS), una delle 20 maggiori banche europee per patrimonio di asset, sono crollate di oltre il 32% nelle contrattazioni intraday, toccando un nuovo minimo storico in seguito alle notizie secondo le quali la banca svizzera continua a registrare deflussi di depositi. Il rendimento dei titoli obbligazionari e i prezzi si muovono in direzioni opposte. Il rendimento dei titoli a 6 mesi è sceso fino al 4,5% mercoledì, mentre rendimento dei titoli a 1 anno ha sfiorato il 4,0% per la prima volta dall’ottobre 2022.

Ritengo che più a lungo continuerà il rally obbligazionario, più a lungo persisteranno i timori di una vera e propria crisi bancaria. Gli investitori interessati alla conservazione del capitale in questo momento possono fare molto peggio dei Treasury a breve termine, che sono meno volatili delle obbligazioni a più lunga scadenza.

Il debito a lungo termine contribuisce a perdite bancarie importanti non realizzate

In effetti, i Treasury a lungo termine sono una parte importante del motivo per cui le banche sono sotto pressione in questo momento.

Perché? Preferisco utilizzare le parole di Lyn Alden, strategist di ricerca azionaria, perché non credo di essere in grado di fare un lavoro migliore del suo:

“Le banche hanno ricevuto una tonnellata di nuovi depositi nel corso del 2020 e del 2021 grazie agli stimoli fiscali alla popolazione, e le banche hanno utilizzato questi depositi per acquistare molti titoli [del Tesoro], che all’epoca erano a basso rendimento. Dopo un anno di rapidi aumenti dei tassi di interesse, i prezzi di questi titoli a reddito fisso sono ora più bassi di quando le banche li hanno acquistati”.

Ricordiamo che i rendimenti e i prezzi vanno in direzioni opposte. Ciò significa che le banche statunitensi hanno ora ingenti perdite non realizzate nei loro libri contabili, per un totale stimato di 620 miliardi di dollari. Per chiarire, si tratta di asset che sono diminuiti di valore a causa dell’aumento dei tassi di interesse, ma che non sono ancora state vendute.