Paura di una bolla? Ecco come investire in modo difensivo e guadagnare

 | 26.03.2024 11:02

  • In questo articolo vedremo perché né il mercato e né i Magnifici 7 sono in una bolla speculativa.
  • Vi sentite storditi da tutti questi potenziali rialzi? Vi presento una strategia di investimento difensiva con alcuni esempi.
  • Aprile è il mese migliore dell’anno per i titoli energetici. Vediamo come approfittare delle occasioni in questo settore.
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  • L’S&P 500 è schizzato del 9,7% nei primi 56 giorni di scambi del 2024. Si tratta del 15esimo migliore inizio d’anno dal 1928.

    Ecco i dettagli di questi anni e i corrispondenti rialzi per i primi 56 giorni:

    • 1930: +13,2%.
    • 1931: +16,6%.
    • 1936: +12%.
    • 1943: +12,4%.
    • 1961: +11,3%.
    • 1967: +12,3%.
    • 1975: +21,6%.
    • 1976: +11,7%.
    • 1986: +10,4%.
    • 1987: +24,4%.
    • 1991: +11%.
    • 1998: +13,9%.
    • 2012: +10,7%.
    • 2019: +11,7%.
    • Anno in corso (2024): +9,7%.

    La cosa interessante è che, in 11 di questi 14 anni, l’S&P 500 ha continuato ad estendere i guadagni dopo l’ottimo inizio.

    Solo nel 1930, 1931 e 1987 c’è stato uno scenario diverso. In tutti gli altri anni, è salito di molto, con rialzi da almeno +2,4% (2012) e +4,3% (1986) a guadagni più sostanziali: +15,4% (2019) e +14,8% (1936).

    Tutto questo ci porta a chiederci se il mercato sia in una bolla, una paura di molti investitori.

    Nello specifico, la paura riguarda i Magnifici 7 (Apple (NASDAQ:AAPL), Microsoft (NASDAQ:MSFT), Meta (NASDAQ:META), Amazon (NASDAQ:AMZN), Alphabet (NASDAQ:GOOGL), Nvidia (NASDAQ:NVDA) e Tesla (NASDAQ:TSLA).

    Prima di parlare di questo, vediamo cos’è una bolla speculativa e quali sono alcuni esempi famosi.

    Una bolla speculativa si forma quando i prezzi del mercato vedono aumenti rapidi e significativi, superando il valore intrinseco del mercato. Ciò non implica che l’aumento dei prezzi non sia giustificato, ma piuttosto si ha un’ascesa eccezionalmente veloce.

    Quando la robusta domanda si riduce improvvisamente, di solito causa lo scoppio della bolla, facendo crollare bruscamente i prezzi (con la stessa intensità del rialzo) e porta spesso alla perdita del valore accumulato.

    Le bolle sono alimentate dall’idea sbagliata di un perpetuo rialzo del prezzo, una credenza irrazionale che spinge gli investitori ad effettuare acquisti sempre più aggressivi, che in circostanze diverse non prenderebbero nemmeno in considerazione.

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    Tra le bolle famose ci sono:

    - La bolla dei tulipani nel XVII secolo.

    - La Bolla dei Mari del Sud all’inizio del XVIII secolo, che aveva coinvolto la Compagnia dei Mari del Sud.

    La bolla delle ferrovie degli anni ‘40 dell’Ottocento.

    - La bolla del ‘29, che ha preceduto il più grande crash della storia di Wall Street negli anni ‘20 del Novecento.

    - La bolla delle dot-com tra il 1997 e il 2000, che aveva visto l’impennata dei titoli legati a Internet.

    La crisi dei mutui subprime nel 2008, causata dal fatto che le banche statunitensi avevano concesso prestiti a interesse elevato a persone senza stabilità finanziaria.

    - I prezzi spesso sono crollati di oltre il 90% e raramente si sono ripresi, o hanno impiegato decenni a riprendersi. L’indice nipponico Nikkei ci ha messo 40 anni a tornare a nuovi massimi, mentre molti titoli della bolla del tech non hanno mai più recuperato le perdite.

    - Durante la bolla del tech, le compagnie si limitavano ad aggiungere “dot.com” ai loro nomi e vedevano i prezzi dei loro titoli andare alle stelle senza alcun motivo razionale.

    Al contrario, se consideriamo i Magnifici 7 oggi, notiamo che queste compagnie stanno generando sostanziali profitti.

    Un altro aspetto che caratterizza la realtà attuale è il rapporto prezzo/utili (P/E). Durante la bolla dei titoli tecnologici, numerose compagnie vantavano rapporti P/E di 100 o più.

    Al contrario, ad oggi, il rapporto su 12 mesi per l’S&P 500 è di 26. La media quinquennale è 23 e quella decennale, 21. Ciò indica che, sebbene l’indice sia leggermente più costoso del solito, è ben lontano dall’essere in bolla.

    Spaventati da tanto rialzo? Ecco come investire in modo difensivo

    Si può pensare di investire su compagnie che alzano costantemente i dividendi da cinque anni. Questo indica una performance forte e fondamentali favorevoli. Ecco alcuni esempi:

    • Microsoft
    • Eli Lilly (NYSE:LLY)
    • Visa (NYSE:V)
    • UnitedHealth (NYSE:UNH)
    • Mastercard (NYSE:MA)

    Sentiment degli investitori (AAII)

    - Il sentiment bullish, ossia le aspettative che i prezzi dei titoli azionari saliranno nei prossimi sei mesi, attualmente è pari al 43,2% superando la sua media storica del 37,5%.

    - Al contrario, il sentiment bearish, ossia le aspettative che i prezzi dei titoli azionari scendano nei prossimi sei mesi, è pari al 27,2%, al di sotto della media storica del 31%.

    Aprile è un buon mese per i titoli energetici

    Negli ultimi 33 anni, il mese di aprile ha costantemente mostrato una performance superiore di questo settore, registrando in media quasi +2% in più dell’S&P 500.