Perché il Bitcoin sta scendendo e come scambiarlo

 | 25.11.2019 16:46

Il Bitcoin sta scendendo di nuovo, nella sua settima seduta al ribasso consecutiva su 10, con il prezzo al di sotto del livello di 7.000 dollari per la prima volta in sei mesi. Perché proprio ora?

Ecco alcune delle possibili ragioni:

  • I timori sorti venerdì per un giro di vite in Cina, sia sul trading che sull’emissione di criptovalute.
  • I volumi degli scambi bassi, che consentono ai grandi operatori di muovere il prezzo.
  • L’ottimismo per un accordo commerciale che sta mantenendo i prezzi dei titoli azionari ai massimi storici, a scapito degli asset rifugio.
  • La capitolazione dei miner: quando le attrezzature per il mining diventano più costose alla luce del calo delle ricompense.
  • Per molti di coloro che posseggono e scambiano le monete digitali, si tratta di molto di più di un investimento: è uno stile di vita. Qualcuno vede degli altri fattori:

  • Oliver Renick afferma, in un articolo su Forbes, che la criptovaluta più famosa per capitalizzazione di mercato non sta crollando per via della Cina ma perché “non se ne ha bisogno”. Cita la sua natura volatile ed il fatto che l’adozione della classe di asset semplicemente non si sta verificando, con le grandi compagnie tech che sembrano preferire creare ciascuna una propria criptovaluta.
  • Potrebbe essere che i volumi bassi del Bitcoin siano dovuti alla rotazione verso gli asset tradizionali sulla scia dei prezzi da record in borsa, con la propensione al rischio in aumento nella speranza di una risoluzione della questione dei commerci, a discapito degli investimenti rifugio. Il problema di questa tesi è che, sebbene gli asset rifugio siano in calo oggi, il rendimento dei bond, l’oro, lo yen ed il franco svizzero non sono andati neanche lontanamente vicini ai livelli di selloff della criptovaluta.
  • Cointelegraph ed Asia Times hanno scritto articoli simili ieri, basandosi in parte sulle informazioni di Coin Dance, che monitora gli hash rate del Bitcoin, affermando che i miner sono, di fatto, “impassibili” davanti al tonfo del prezzo del Bitcoin.
  • Uno dei punti chiave per la vendita del Bitcoin è il fatto che non è regolato. Ciò significa che né i governi e né gli investitori sanno davvero cosa stia succedendo. La nostra ipotesi è che ciascuna di queste motivazioni contribuisca in qualche modo ad influenzare i trader, anche se soltanto per quanto riguarda il sentimento.

    Allora forse sarebbe più prudente limitarsi a seguire l’equilibrio di offerta e domanda, che sia spinto dai fondamentali o meno.