Perché il “nuovo trade sicuro” dei tech potrebbe non essere tanto sicuro

 | 04.05.2023 13:43

Negli ultimi mesi si è parlato molto della limitatezza del rally dell’azionario finora quest’anno. Non è un segreto che la maggior parte dei rialzi dell’indice sia stata dovuta solo ad una manciata di titoli, mentre molti nomi più piccoli hanno avuto una performance decisamente peggiore in confronto. Insieme, la parte dell’indice S&P 500 formata da Microsoft (NASDAQ:MSFT) ed Apple (NASDAQ:AAPL) è salita ad un nuovo massimo storico, mentre l’indice Russell Microcap Index ha appena segnato un nuovo minimo pluriennale.

Alcuni hanno spiegato il fenomeno notando che gli investitori ora considerano le Big Tech il “nuovo trade sicuro”. “La gente cerca sicurezza e comfort, date le controtendenze sul mercato, e i tech offrono tranquillità”, ha detto al Financial Times Jack Atherton di JP Morgan. Questa tranquillità deriva dall’idea che le Big Tech offrono, secondo le parole di Jason Pride di Glenmede, “protezione dal ribasso in tempi più difficili”.

Gli investitori che si stanno affollando su questi nomi faranno meglio ad avere ragione, perché stanno chiaramente scommettendo che la performance finanziaria di queste compagnie non solo resisterà alle prossime “controtendenze” economiche, ma ne beneficerà. In che altro modo si potrebbe spiegare il fatto che sono intenzionati a pagare 65 volte i flussi di cassa liberi complessivi per i cinque più grandi titoli del Nasdaq (fino allo scorso anno)?