Perché la nuova stretta di Pechino sulla tecnologia favorirà le società Usa

 | 18.08.2021 08:14


L’Unione europea per molto tempo si è distinta con il Garante per la Protezione dei Dati Personali (GDPR- legge sulla privacy) e nonostante abbia in cantiere l'obiettivo di regolare l'intelligenza artificiale, gli Stati Uniti ed in particolare la Cina aumentando la pressione sulle loro tech potrebbero far svanire la sua influenza internazionale attraverso i propri standard normativi. Infatti a differenza di queste ultime, l'UE si basa sull'elaborazione di una "governance digitale" che si trova a metà strada tra quella Americana e quella Cinese.


Ma concentriamoci sul capitolo Cina.

Eravamo rimasti alla stretta del governo Cinese sui colossi tecnologici che intendevano quotarsi all'estero (rendendo più difficile la raccolta di fondi).

Infatti in questi ultimi mesi, la Cyberspace Admnistration of China (ente statale di vigilanza su internet) ha rafforzato la supervisione sui giganti tech che possiedono dati di almeno un milione di utenti (una soglia bassissima in un paese che sfiora il miliardo di persone) sottoponendoli a una verifica della sicurezza informatica, nello specifico sulla valutazione dei rischi per la sicurezza nazionale attraverso una bozza di legge, che si compone di 23 articoli.

Tutto ciò voleva avere come effetto, a detta di molti, quello di scoraggiare le quotazioni a Wall Street, e favorire Hong Kong.

Un esempio lampante è stato Didi Chuxing, finito sotto indagine due giorni dopo l'IPO da 4,4 miliardi di dollari. In pochi giorni il suo valore è crollato e non solo, oltre il danno c'è stata anche la beffa perchè è stato seguito anche dalla rimozione delle app dagli store cinesi di tutte le aziende controllate dalla società cinese e dalle multe "salatissime" inflitte per violazioni delle norme anti-trust, ad Alibaba (colosso dell’e-commerce cinese guidato da Jack Ma) con cui se l’è presa alla fine dell’anno scorso quando ne ha bloccato la quotazione a Shangai e Hong Kong, e ai videogiochi di Tencent etichettati “oppio spirituale” per i giovani. Hanno poi avviato una causa contro WeChat (una divisione di Tencent) un'app che milioni di consumatori usano per gli acquisti online, infatti secondo le regole in vigore per comprare sull'app bisogna avere 16 anni e non spendere più di 31 dollari al mese. Mentre molte, come Bytedance (ha lanciato tiktok) fitness Keep e Ximalaya, hanno deciso di ritardare la quotazione.

Ovviamente dietro queste scelte non c’è solo la preoccupazione per la propria economia, ma anche molta politica. la Cina ha paura di perdere il controllo dei dati  "sensilbili" dei cittadini che utilizzano questi servizi tecnologici. Ma ciò è davvero difficile perchè ci sono 240 società quotate negli Stati Uniti con una capitalizzazione che arriva a quasi 2 trilioni di dollari.

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Ma non finsice qui.

Il governo cinese (SAMR - Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato) ha annunciato nuove norme volte a contrastare la concorrenza sleale, limitando l'uso dei dati degli utenti da parte delle aziende.

Le piattaforme Internet non dovranno usare dati, algoritmi o altri mezzi per influenzare le scelte dell’utente (il cosiddetto dirottamento del traffico) acquisire o utilizzare illegalmente i dati di altri operatori commerciali, le società dovranno interrompere pratiche di marketing per ottenere maggiori commenti positivi, e che fino al 15 settembre è previsto un periodo di “raccolta feedback". La bozza esclude la concorrenza sleale tra società di internet, ma non solo, avrebbe lcome scopo  quello di non permettere alle persone al di fuori del paese di possedere azioni di società tecnologiche.