Perché l’oro continuerà a schizzare tra tassi bassi e domanda delle banche centrali

 | 26.03.2024 09:58

L’oro ha visto un ritorno di fiamma la scorsa settimana, schizzando a nuovi massimi storici sopra i 2.200 dollari l’oncia. Il rally, che ha aggiunto circa il 10% al valore dell’oro da metà febbraio, ha preso alla sprovvista molti osservatori dei mercati. Ma, per quelli di noi che restano fedeli al metallo giallo negli alti e bassi, l’azione di prezzo è il risultato di numerose potenti forze che si sono allineate a favore dei lingotti.

Alla base della ripresa dell’oro c’è il segnale della Federal Reserve che potrebbe essere pronta a gettare la spugna. Il Presidente della Fed Jerome Powell ha espresso chiaramente che la banca si prepara a tagliare i tassi ben tre volte nel 2024, alimentando le speranze che la politica monetaria inasprita degli ultimi 18 mesi è vicina alla fine.

Con i tagli dei tassi all’orizzonte, i rendimenti reali si sono raffreddati, aumentando l’attrattiva dell’oro, che non ha interessi.