Pesanti vendite su rublo e lira, in UK l’inflazione scende all'1%

 | 16.12.2014 12:35

h2 Forex News and Events/h2

Oggi i mercati dei cambi e delle materie prime sono volatili, il greggio WTI si avvicina a registrare perdite pari al 3% nell’attuale seduta. A novembre, l’inflazione del Regno Unito è scesa all’1,0% su base annua, mentre l’USD/RUB si rafforza raggiungendo i massimi storici, nonostante il rialzo inaspettato del tasso dal 10,50% al 17% deciso dalla BCR. Altrove, l’inversione delle operazioni di carry-trade e i rischi politici spingono l’USD/TRY a nuovi massimi da record, la propensione per lo spread fra i tassi EUR/TRY viene compensata interamente dall’impennata delle volatilità implicite.

Intervento aggressivo sui tassi della BCR

Con un intervento davvero sorprendente, la Banca Centrale Russa (BCR) ha annunciato il rialzo, con effetto immediato, del tasso d’interesse di riferimento, passato dal 10,50% al 17,0%. Apparentemente la decisione mira a frenare il collasso del RUB e ad abbassare il rischio d’inflazione. Ciò nonostante, l’inaspettato aggiustamento massiccio puzza di panico e disperazione. Questo rialzo segue a ruota il maggior calo infragiornaliero del rublo e costituisce il rialzo del tasso d’interesse più sostanzioso dal 1998, prima del default russo. Tuttavia, malgrado l’allettante rendimento elevato, aumentano le probabilità che la Russia entri in recessione sull’onda della flessione dei prezzi del petrolio, che rende qualsiasi negoziazione lunga estremamente rischiosa. Inoltre, sull’onda dei profondi cambiamenti negli spread di credito ad alto rendimento, si assiste anche a un movimento concreto volto a liquidare gli asset rischiosi. Al momento la Russia viene considerata uno degli asset più rischiosi sul mercato. Non si sa se il rialzo di oggi, pur di notevole entità, riuscirà a frenare le vendite di rublo. Oltre alle tensioni geopolitiche, le esportazioni di petrolio rappresentano più del 50% delle entrate russe e, poiché i contratti sul greggio quotano sotto i 55 USD, riteniamo improbabile un indebolimento delle pressioni a vendere sul RUB.

Nel Regno Unito l’inflazione scende all’1%

L’inflazione britannica è calata dello 0,3% su base mensile a novembre (rispetto allo 0,0% previsto e allo 0,1% precedente), spingendo l’inflazione annuale all’1,0%, molto meno dell’1,2% previsto (e dell’1,3% precedente). Poiché gran parte della debolezza emersa dall’IPC era già stata messa in conto, la coppia GBP/USD è rimbalzata rapidamente, dopo essere scesa a 1,5612.

Nel suo intervento sul Rapporto sulla Stabilità Finanziaria, Carney (BoE) ha fatto delle osservazioni su mercati immobiliari, inflazione e prezzi del petrolio. Carney ha detto che il mercato immobiliare ha perso slancio, che il problema fondamentale del mercato immobiliare britannico è rappresentato dalla “scarsità dell’offerta”, mentre la modifica nell’imposta di bollo e i tassi bassi potrebbero ravvivare il settore. Carney ha sottolineato che la flessione dei prezzi del petrolio è positiva perché potrebbe sostenere la crescita economica, anche se pone un rischio per la stabilità. Ha aggiunto che “le previsioni sull’IPC potrebbero scendere ulteriormente”, perché il petrolio sta calando a nuovi minimi. Oltre alla rigida impostazione sul fronte fiscale (consolidamento), la BoE ha poco spazio per un intervento da falco a sorpresa, quindi manteniamo il nostro giudizio negativo sulla GBP.

Vota l’App
Unisciti ai milioni di utenti che utilizzano l’app di Investing.com per restare sempre aggiornati.
Scarica ora

La volatilità implicita dell’EUR/TRY supera il 13%

Dopo aver raggiunto il nostro obiettivo superiore a 2,75, l’EUR/TRY ha invertito bruscamente direzione. Il segnale cruciale per la liquidazione è costituito dall’aumento delle volatilità, l’impennata dall’8-9% a livelli superiori al 13% nelle volatilità implicite a un mese lunedì ha automaticamente eliminato la nostra impostazione negativa sull’EUR/TRY. Prevediamo che i deflussi dal carry-trade faranno aumentare le pressioni positive per l’EUR/TRY, una volta superata al rialzo la media mobile a 200 giorni (2,8790). L’EUR/TRY testa la resistenza a 2,9488 / 3,00 (38,2% di Fibonacci sul calo da gennaio a novembre / livello psicologico). La base valutaria incrociata a tre mesi compie un rimbalzo in linea con le volatilità sul forex, a conferma che la propensione per lo spread fra i tassi ora viene compensata completamente dalle volatilità negative per la TRY.

L’USD/TRY ha raggiunto quota 2,3944, nuovo massimo storico. La propensione per l’USD in vista della riunione della Fed dovrebbe contribuire a spingere la coppia oltre le offerte a 2,40 nelle prossime sedute di contrattazione. Indipendentemente dalle notizie legate a BCE e Fed, la TRY si prepara a una nuova ondata di vendite in scia al movimento globale dettato dall’avversione al rischio, che viene amplificato anche dalle recenti tensioni politiche. Il tasso medio interbancario per i pronti contro termine ha raggiunto il limite superiore (11,25%) del corridoio overnight fissato dalla Banca Centrale di Turchia (BCT). Ci prepariamo a un intervento della BCT per raffreddare le vendite di lire.