Petrolio sotto pressione. Cosa fare?

 | 23.01.2020 08:49

Nuovi minimi relativi per il WTI

Il petrolio nella giornata di ieri ha rotto le aree di supporto (individuate all’interno del Pepperstone Trading Hub, dove trasmettiamo un aggiornamento sui mercati ogni mattina alle 9.00 – se non potete seguire le dirette potete iscrivervi per ricevere la registrazione della trasmissione) poste a 57.70, raggiungendo e superando quota 56 dollari al barile. I motivi di questa rottura sono esclusivamente tecnici e arrivano in un momento di distensione delle tensioni geopolitiche, con le borse mondiali sui nuovi massimi ed il mondo degli operatori che si sta preparando alla valutazione di dati macroeconomici per quanto concerne le maggiori economie, America in testa.

Il meeting straordinario dell’OPEC, in programma il 5 e 6 marzo, a metà strada da un punto di vista temporale tra l’ultimo tenuto e quello ufficiale previsto per il 9 e 10 giugno, sarà l’appuntamento più importante da seguire per il primo trimestre del 2020 in quanto l’Arabia Saudita deciderà se mantenere in essere i tagli alla produzione, incrementati in totale di 500 mila barili al giorno cui si aggiungono 400 mila barili di taglio giornaliero su base volontaria proprio dall’Arabia, a partire dall’inizio di quest’anno.

In questo modo, i tagli teorici alla produzione giornaliera sono passati dai precedenti 1.2 milioni di barili a 2.1 milioni di barili, a patto però che tutti i Paesi rispettino gli accordi presi e che “nessuno sgarri”. Ed è proprio questo che si valuterà nel meeting di marzo, che verosimilmente sancirà una buona direzionalità per la restante parte dell’anno.

E’ verosimile anche attendersi dei movimenti pre-meeting, quando e qualora dovessero cominciare a circolare dei rumor e dei dati su quello che effettivamente sta accadendo a livello di produzione, ma per il momento, ribadiamo, le motivazioni del ribasso risultano prettamente tecniche.