Pfizer: il vaccino anti-Covid risveglierà i compratori?

 | 22.01.2021 10:00

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Con oltre 96 milioni di casi in tutto il mondo, il Coronavirus ha stravolto le vite di tutta la popolazione, che si è trovata a fare i conti con una pandemia avvenuta in un contesto di globalizzazione che ha agevolato il propagarsi della pandemia dalla Cina. L’unico modo individuato per frenare il virus è stato individuato nei lockdown, che hanno inevitabili ricadute sul sistema produttivo ed economico.

Nel 2020, infatti, le continue chiusure hanno provocato una contrazione del PIL mondiale stimata nel 4,3%, che sarebbe stata del 5,7% senza il contributo dell’ex Impero Celeste, unico Paese ad aver registrato una crescita durante l’anno scorso (pari al +2,3%). Per il 2021 le attese sono più rosee, in particolare grazie all’avvio della campagna vaccinale iniziata con Pfizer (NYSE:PFE), che insieme a BioNTech ha sviluppato il primo vaccino anti-Covid ad essere approvato dalle principali autorità sanitarie mondiali.

Dai test, il siero si è rivelato efficace al 95% e necessita di due dosi a distanza di 21 giorni prima di fornire la protezione indicata. Interessante a tal proposito osservare le reazioni delle azioni Pfizer nel 2020, che a dispetto della fondamentale scoperta della soluzione vaccinale hanno segnato un -0,89%. Sebbene i risultati aziendali non siano esaltanti, è da considerare come la società abbia ripreso a distribuire dividendi in crescita dal 2009 e possa beneficiare anche in Borsa dei ricavi per la distribuzione del vaccino: secondo le indiscrezioni, ogni dose costa 14,71 dollari. Nel 2021 la lotta al Coronavirus rimarrà centrale e Pfizer potrebbe ancora catalizzare l’attenzione degli investitori.

Azioni Pfizer: l’analisi tecnica

Il grafico settimanale delle azioni Pfizer evidenzia una certa fiacchezza da parte dei prezzi, che continuano a veleggiare nei pressi della linea di tendenza ottenuta collegando i minimi di giugno e ottobre 2020. Una rottura di tale sostengo porterebbe le quotazioni in primis verso il livello di concentrazione di domanda a 34,75 dollari, per poi passare al test dell’importantissimo supporto a 28,69 dollari. Quest’ultima zona è riuscita a frenare gli impulsi ribassisti innescati tra fine febbraio e inizio marzo dalla crisi Covid. Al contrario si potrebbe assistere ad una ripresa di vigore dei compratori in caso di rialzi oltre i 38 dollari, i quali permetterebbero di mettere nel mirino i 40,87 dollari, dove transita la resistenza statica espressa dai massimi della seconda settimana di gennaio 2021.