Plug Power ignora Musk e punta al raddoppio con l’idrogeno

 | 09.02.2022 08:59

Il management prevede nel 2022 una crescita del fatturato superiore all’80% e gli analisti indicano un target price medio di 42 dollari, rispetto a una quotazione attuale di 21 dollari. L’impegno in Egitto per realizzare il più grande elettrolizzatore del mondo.

E’ il gruppo leader in Usa nei sistemi a celle combustibile.

Secco e senza possibilità di appello, il giudizio di Elon Musk qualche anno fa ha bollato le auto a idrogeno come un progetto “incredibilmente stupido”. Ma il suo non era un parere disinteressato. E’ vero, invece, che molti esperti ritengono che il motore a idrogeno sarebbe il vero strumento in grado di garantire una mobilità di massa con impatto carbonico pari a zero, molto meglio delle auto con batteria elettrica.

Negli Stati Uniti il gruppo leader nei sistemi a celle combustibile a idrogeno, Plug Power (NASDAQ:PLUG), ha deciso di crescere restando a lato dell’industria automotive: le indicazioni per il 2022 che il management ha presentato il 19 gennaio scorso puntano sullo sviluppo delle applicazioni in ambito industriale, in particolare con l’uso di idrogeno per muovere carrelli elevatori e piccoli camion. Lungo questa strada Plug Power prevede nel corso di quest’anno di aumentare i ricavi dell’82%, salendo dai circa 500 milioni di dollari del 2021 a un range fra 900 e 925 milioni. Il management si aspetta anche un netto miglioramento della redditività, con la perdita di esercizio che quest’anno dovrebbe dimezzarsi a circa 150 milioni di dollari.

La società ha in cassa 3,1 miliardi di liquidità.

Fra i tanti problemi che può avere Plug Power, di sicuro non c’è la carenza di mezzi finanziari per sostenere la crescita. Con grande oculatezza negli ultimi 12 mesi, sfruttando il buon andamento del titolo in Borsa, la società ha piazzato ben tre aumenti di capitale e adesso il management siede su un confortevole cuscinetto di 3,1 miliardi di liquidità.

Le quotazioni ovviamente ne hanno risentito. L’azione Plug Power oggi è scambiata al Nasdaq a 21 dollari e la società capitalizza 12,3 miliardi. Esattamente un anno fa, nel febbraio 2021, il titolo segnava un massimo di 69 dollari e a quei prezzi il management ha negoziato un accordo con la coreana SK per costituire una joint-venture per produrre in Asia sistemi a celle combustibile a idrogeno. Per suggellare l’accordo SK ha acquistato il 10% del capitale di Plug Power versando circa 1,5 miliardi di dollari.

Accordi con la coreana SK, con Renault (PA:RENA) e con Orascom in Egitto.

A giugno 2021 è arrivato l’accordo con Renault per sviluppare in Francia propulsori a idrogeno per veicoli commerciali leggeri. Intanto prosegue la collaborazione con il colosso dell’economia egiziana Orascom per realizzare in Egitto l’impianto più grande al mondo per produrre idrogeno green, ammoniaca green e fertilizzanti azotati.

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La verticalizzazione dell’attività con l’impegno diretto nella progettazione di elettrolizzatori è una scelta strategica del management e gli è valsa il riconoscimento dello Stato di New York, che ha selezionato Plug Power per realizzare il più grande impianto di idrogeno green degli Stati Uniti: il gas verrà utilizzato per muovere carrelli elevatori e veicoli commerciali.

In 12 mesi il titolo ha perso il 67%, ma a Wall Street continua a piacere.

L’utilizzo dell’idrogeno è senz’altro destinato a crescere nei veicoli pesanti: camion e navi. Ma ci sono spazi anche nel settore auto: nonostante l’opinione di Musk, Bmw, Audi e Toyota hanno importanti progetti per sviluppare veicoli “puliti” a idrogeno entro il 2030. Valutare le potenzialità economiche della tecnologia a idrogeno è molto difficile: un analista valuta 1,1 miliardi di dollari il mercato 2021 delle celle a combustibile e prevede che nel 2030 raggiungerà un valore di 300 miliardi. Ma sono numeri che lasciano il tempo che trovano.

Resta il fatto che a Wall Street la scommessa di Plug Power continua a piacere, nonostante il titolo abbia perso il 67% dal massimo di un anno fa e dall’inizio del 2022 accusi un calo del 25%. Le raccomandazioni degli analisti sono un lungo elenco di Buy e il target price medio è di 42 dollari, il doppio della quotazione attuale.

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