Poche azioni fanno il mercato. Continuerà cosi?

 | 13.03.2024 10:03

Una delle cose divertenti del mercato azionario è che ogni volta che un uomo compra, un altro vende, ed entrambi pensano di essere astuti (W.A. Feather).


Produzione industriale MoM di gennaio dell’Europa in uscita oggi alle 11:00 (stima -1% contro +2.6% di dicembre) che porterebbe la variazione YoY al -2.8% (+1.2% in gennaio). E’ vero che la BCE non ha come obiettivo quello di sostenere la crescita, ma è altrettanto vero che i dati consiglierebbero quantomeno una comunicazione meno falco da parte della BCE.
 
Nessuna sorpresa dalla seconda lettura dell’inflazione YoY di febbraio della Germania, che risulta pari al 2.5% (2.9% in gennaio). Inflazione USA YoY di febbraio in crescita al 3.2% (3.1% atteso e di gennaio) che di fatto irrigidisce la posizione delle Fed, quale effetto di un aumento del 2.3% dei costi energetici. In crescita al 3.8% anche l’inflazione core (3.7% atteso e di gennaio). Sebbene il ritmo su 12 mesi sia lontano dal picco di inflazione di metà 2022, rimane comunque ben al di sopra dell’obiettivo del 2% mentre la banca centrale si avvicina al prossimo meeting fissato per il 20 marzo prossimo.
 
Un ingrediente chiave di questa crescita è stata la resilienza dei consumatori, sostenuta da un forte mercato del lavoro. A febbraio l’economia ha creato altri 275k posti di lavoro non agricoli, anche se l’aumento si è fortemente orientato verso i lavori part-time e il tasso di disoccupazione è salito al 3,9%. Tale forza può essere tuttavia un’arma a doppio taglio: se da un lato la crescita, a fronte di aggressivi rialzi dei tassi, ha dato tempo alla politica monetaria di agire senza scalfire la crescita economica, dall’altro solleva preoccupazioni sul fatto che l’inflazione potrebbe essere più duratura del previsto.
 
A destare preoccupazione sono anche i costi degli alloggi, che rappresentano circa un terzo della variazione dei prezzi complessiva. La previsione della Fed è di un rallentamento più marcato entro la fine dell’anno.
 
I funzionari della Fed nelle ultime settimane hanno entrambi segnalato che i tagli dei tassi sono probabili ad un certo punto quest’anno e hanno espresso cautela nel rallentare troppo presto la battaglia contro i prezzi elevati. La dichiarazione rilasciata dopo la riunione di gennaio indicava che i politici hanno bisogno di maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione stia tornando al target.
 
Per quanto tempo il mercato azionario statunitense può ancora essere sostenuto da una manciata di nomi? Lo stesso vale per l’Europa, dove la concentrazione delle performance è meno riconosciuta, ma dove in realtà nell’ambito dell’indice di riferimento europeo, solo tre azioni (ASML (AS:ASML), Novo Nordisk e SAP) rappresentano più del 50% dei guadagni del pan European STOXX 600 da inizio anno.