Politica invariata per BNS e Norges Bank

 | 19.03.2015 12:16

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Come ampiamente previsto, la BNS ha mantenuto lo status quo. L’impatto negativo dell’apprezzamento del franco, dopo la decisione del 15 gennaio, ora trapela chiaramente dai dati economici. Il surplus commerciale svizzero è sceso a 2,47 miliardi a febbraio (minimo da settembre 2010); le esportazioni sono calate del 2,8% (rispetto al +2,9% di un mese fa) e le importazioni sono cresciute del 3,1% (a fronte del -2,2% precedente). La debolezza della bilancia commerciale svizzera dovrebbe continuare, perché i prodotti svizzeri diventano meno competitivi a causa del franco più elevato, mentre i vicini dell’Eurozona fanno fatica a uscire dalla fase di debolezza economica. Le previsioni di crescita e inflazione sono state riviste significativamente al ribasso. La deflazione svizzera è prevista in calo al -1,0%, rispetto allo 0,2% della previsione precedente, mentre la crescita economica dovrebbe rallentare allo 0,9% nel 2015, rispetto al 3,1% previsto in precedenza. Considerando la debolezza in Europa, una crescita pari quasi all’1,0% sembra quasi ottimista. Aumentano le probabilità che, nella prima metà del 2015, la crescita svizzera entri in territorio negativo, poiché l’economia avrà bisogno di almeno due trimestri per assorbire lo shock, e stabilizzarsi, dopo la rimozione della soglia per l’EUR/CHF. La ripresa dal terzo trimestre è soggetta a rischi al ribasso, legati al ritmo della ripresa dell’attività economica nell’Eurozona. I future eurosvizzeri sono saliti a 110,92, con un’impennata dei contratti aperti a 66710 (rispetto alla media pari a 36601 negli ultimi 15 giorni). Il posizionamento del mercato monetario dopo la BNS conferma che l’apprensione per tassi ancora più negativi rimane in primo piano, visto che non si placano ancora le pressioni a vendere sull’EUR. Considerando il contesto macroeconomico globale, la BNS può, in caso d’emergenza, abbassare i tassi. Il mercato dovrebbe assorbire agevolmente un taglio di 15-25 punti base se dovessero materializzarsi i rischi legati all’EUR (uscita della Grecia dall’euro, insolvenza greca, aumento delle proteste contro l’austerità e la BCE). Si sospetta che la BNS stia acquistando una considerevole quantità di EUR per mantenere l’EUR/CHF nella fascia implicita compresa fra 1,05 e 1,10. Dopo il FOMC, la ripresa dell’EUR ancorerà sicuramente il mercato EUR/USD fra 1,0458 e 1,0870 (minimo 16 marzo / 38,2% di Fibonacci sul calo di febbraio e marzo) e permetterà alla BNS di riprendere fiato prima di nuovi disordini.

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Decisione inaspettata dai paesi scandinavi

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A sorpresa, la Norges Bank non ha tagliato il tasso sui depositi dall’1,25%, seguendo la riduzione, non programmata, di 15 punti base operata ieri dalla Riksbank. Il governatore della Norges Bank Olsen ha detto che “si prospetta una riduzione del tasso di riferimento”, soprattutto per sostenere l’economia norvegese in questa fase di prezzi bassi del petrolio. Dopo la decisione, l’EUR/NOK è scivolato a 8,6474, spazzando via in un unico movimento le medie mobili a 100 e 50 giorni. Il sentiment negativo intorno all’EUR dovrebbe spianare la strada verso la media mobile a 200 giorni (8,5173), che il 5-6 marzo ha costituito il supporto.

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In Svezia, in una riunione non programmata, ieri la Riksbank ha tagliato il tasso sui pronti contro termine dal -0,10% al -0,25% e ha annunciato l’estensione del programma di acquisto di bond di 30 miliardi, portandolo a 40 miliardi di SEK. Con la disinflazione nell’Eurozona, il calo dei prezzi del petrolio e il ritardo nella ripresa economica, è praticamente certo che l’inflazione mancherà di gran lunga l’obiettivo della banca al 2%, nonostante la lieve ripresa vista di recente. Secondo la banca, “ci sono segnali che mostrano che l’inflazione ha raggiunto il minimo e ha ripreso a crescere, ma il recente apprezzamento della corona rischia di interrompere questo trend”. L’intervento a sorpresa di questa settimana rafforza la credibilità della posizione della Riksbank contro un apprezzamento della SEK nei confronti dell’EUR. Il 12 marzo, dopo che le pesanti vendite su tutto il complesso EUR avevano fatto accelerare il calo, l’EUR/SEK ha toccato il minimo a 9,0552. I continui rischi al ribasso per l’EUR segnalano un rialzo difficoltoso, anche se il recente taglio della Riksbank dovrebbe permettere all’EUR/SEK di riprendere fiato nel breve termine. Di riflesso, l’EUR/SEK ha compiuto un rally da 9,1591 a 9,3613 e il MACD è entrato in zona positiva. Intorno a 9,20/9,30 (regione che include gli ordini per le opzioni, il 23,6% di Fibonacci sia sul rally da ottobre a dicembre 2014 e da dicembre 2014 a marzo 2015 e la media mobile a 200 giorni) dovrebbero formarsi prezzi più bassi per la SEK, se si placheranno le vendite di EUR grazie al sollievo generato dal FOMC.

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