Powell e Lagarde, a chi la prima mossa?

 | 29.04.2024 23:23

In macroeconomia esiste un’equazione chiamata parità scoperta dei tassi di interesse o semplicemente parità dei tassi di interesse. Essa ci dice che il tasso di interesse nazionale deve essere, approssimativamente, uguale al tasso di interesse estero meno il tasso di deprezzamento atteso della moneta estera. In altri termini e applicando questa equazione alla scelta tra titoli di Stato USA e tedeschi, possiamo dire che se il differenziale tra i tassi di interesse degli Stati Uniti e della Germania (ovverosia dell’area euro) è di un punto percentuale a favore degli americani, all’investitore converrà detenere titoli di Stato tedeschi invece che titoli di Stato del debito americano, solo se si aspetta un deprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro superiore ad un punto percentuale, altrimenti la scelta cadrà sui titoli del governo USA. Fatta questa breve premessa, possiamo osservare, poiché all’orizzonte non si scorge un deprezzamento del dollaro superiore all’1% nei confronti dell’euro, che gli investitori preferiscono acquistare Treasury piuttosto che Bund. In parole ancora più semplici, il forte indebolimento dell'euro è frutto della divergenza nelle politiche monetarie tra i due Paesi. Il differenziale tra i tassi di interesse è a favore del dollaro e questo incrementa il divario tra i rendimenti dei titoli del Tesoro USA e tedeschi. Se questa disparità tra i tassi continua ad espandersi, non è escluso che si possa arrivare alla parità tra tassi di cambio entro fine anno (naturalmente questo discorso è esteso all’area euro che ho omesso per semplicità di narrazione). Il grafico mostra, in modo eloquente, come tutte le volte che lo spread è stato a favore dei Treasury la nostra moneta si è indebolita nei confronti del dollaro e viceversa. Ma allora il mercato forex dipende dalle politiche monetarie delle banche centrali dei vari Paesi? Ebbene, osservate il grafico e fate le vostre considerazioni.