Preoccupati per un picco del greggio? Pensate a questi 3 titoli di energia pulita

 | 09.12.2019 16:47

Ha senso investire sui titoli petroliferi tradizionali quando è in atto un evidente passaggio alla produzione di energia tramite fonti pulite, come quella eolica e solare? Le discussioni su questo argomento vanno avanti da ormai quasi un decennio, soprattutto dopo la rivoluzione dello scisto negli Stati Uniti.

Una recente opinione sul tema è arrivata dalla più grande compagnia petrolifera al mondo, Saudi Aramco, che ha concluso la sua offerta pubblica iniziale (IPO) la scorsa settimana, con una valutazione da 1,7 mila miliardi di dollari. La domanda di greggio globale potrebbe raggiungere il picco nei prossimi 20 anni, in base ad una valutazione inserita nel prospetto della compagnia.

Nel documento, Aramco ha utilizzato le stime di un’agenzia di consulenza del settore, IHS Markit Ltd., secondo cui la domanda di greggio raggiungerà il picco intorno al 2035. In base a questa previsione, la crescita della domanda di greggio ed altri prodotti petroliferi si “stabilizzerà” in quel periodo. In un grafico compreso nel prospetto, il colosso petrolifero saudita indica un calo della domanda di greggio globale tra il 2040 ed il 2045.

Un secondo scenario sulla domanda nel prospetto prevede un allontanamento più rapido dai combustibili fossili. In questo caso, la domanda di greggio dovrebbe raggiungere il picco alla fine del prossimo decennio. Aramco nel documento ammette che le politiche sui cambiamenti climatici “potrebbero ridurre la domanda globale di idrocarburi e spingere ad un passaggio verso combustibili fossili con minore contenuto di carbonio come il gas o fonti di energia alternative”.

Questo tipo di valutazione da parte della principale fonte mondiale di greggio chiaramente incoraggia ad investire su compagnie che si trovano in prima linea nella rivoluzione dell’energia pulita. Ecco tre dei nostri titoli preferiti di questo segmento del settore che gli investitori a lungo termine farebbero bene ad inserire nei propri portafogli:

1. Brookfield Renewable Partners

Tra i produttori di energia pulita, abbiamo scelto la Brookfield Renewable Partners (NYSE:BEP) con sede a Bermuda, per via della sua posizione dominante nel campo e della sua base di asset diversificata.

Delle recenti statistiche incoraggiano questa scelta. L’Agenzia Internazionale per l’Energia prevede una forte crescita continua delle rinnovabili fino al 2022, con la capacità di elettricità rinnovabile che dovrebbe espandersi oltre i 920 GW, con un balzo del 43%.

La differenziazione di Brookfield (che tra le sue attività di energie rinnovabili conta impianti idroelettrici, eolici, fotovoltaici e a biomasse) e la sua diffusione, con 17.400 MW di capacità e 876 impianti in Nord America, Sud America, Europa ed Asia, fanno sì che la compagnia possa offrire un’ampia gamma di servizi.

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La partnership di recente ha dichiarato una distribuzione trimestrale di denaro pari a 0,515 dollari ad unità, con un aumento al tasso di crescita annuo composito (CAGR) di circa il 6%. Secondo l’ultimo report sugli utili della compagnia, Brookfield Renewable Partners ha generato 590 milioni di dollari di fondi da operazioni (FFO) nei primi nove mesi del 2019, con un rimbalzo su base annua del 25,5%.