Preoccupazioni o Opportunità?

 | 20.04.2022 09:55

Difficile annoiarsi in tale contesto di mercato, così come dover scremare le maggiori notizie. Nella giornata di martedì, caratterizzata dal ritorno dal ponte festivo in Europa e da una agenda non ricca di importanti appuntamenti macroeconomici, a tenere la scena sono stati gli eventi connessi alla guerra e al Covid (Cina ed effetto sul petrolio).

In particolare, il Fondo Monetario Internazionale ha ieri rivisto al ribasso le stime di crescita (nuovamente dopo la revisione di gennaio). La crescita mondiale dovrebbe ora attestarsi nel 2022 ad un +3.6%, in calo rispetto alle stime pubblicate a gennaio del 4.4% o quelle di ottobre del 4,9%.  Il titolo assegnato alla pubblicazione del report offre al meglio le preoccupazioni dell’Istituto: guerra e inflazione. Europa, che paga caro il prezzo dell’invasione in Ucraina, rispetto agli Stati Uniti o alle altre principali economie avanzate. La crescita americana è attesa per il 2022 al 3.7% (in calo dello 0.3% dai valori di gennaio), rispetto a quella europea vista al 2.8% (in calo del 1.1% dai valori di gennaio). A gravare maggiormente le stime al ribasso, soprattutto per Germania ed Italia, le quali hanno visto rispettivamente correzioni del 1.7% e 1.5% dalle precedenti previsioni di crescita.  In particolare, l’Italia vede ora, con tali valutazioni, allontanarsi il miraggio di un recupero del proprio PIL reale dai valori pre-pandemici. Le nuove stime, infatti, vedrebbero per il 2022 ancora un gap negativo dei valori, il quale dovrebbe essere colmato solamente nel 2023. Con il rischio di un nuovo round di sanzioni (perfino energetiche) non sono da escludere nuove revisioni ribassiste sulle stime di crescita del FMI, tenendo poi in considerazione come nel futuro parleremo di rialzi dei tassi e nuove altre variabili.